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Favola della domenica – Dalia e le stelle

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    C’era una volta una bambina di nome Dalia. Aveva una carattere dolce e gentile. Era bionda con efelidi sul viso.

    Amava sedersi in veranda ad osservare le stelle del cielo. Una sera, nel dormiveglia, vide avvicinarsi una stella che si posò sui suoi capelli.

    Le parlò: “Sei una brava bambina. In grado di parlare con le stelle. Quando sarai cresciuta, farai una grande scoperta che si diffonderà in tutto il mondo”.

    Dalia cercò di afferrare la stella, che svanì in una scia colorata risalendo in cielo.

    Un giorno, la sua maestra tenne una lezione di geografia astronomica. Dalia ebbe un’illuminazione. Decise che avrebbe studiato le stelle e sarebbe diventata una scienziata.

    Frequentò il liceo e poi l’università guadagnando ottimi voti che costituirono l’orgoglio e la felicità dei suoi familiari.

    Ebbe l’opportunità di seguire un master all’estero e partì con la certezza che, oltre ad essere una brillante studentessa, sarebbe diventata una scienziata famosa.

    Tempo dopo, accettò la proposta di lavorare in quello stesso osservatorio astronomico, a Palo Alto, in America.

    Osservò le stelle più lontane e si appassionò talmente al suo lavoro, da trascorrere quasi tutte le notti al telescopio.

    “Abbi cura della tua salute” le consigliavano i colleghi. “Non vuoi tornare presto a casa? ..E’ difficile che una nuova stella desideri essere scoperta da te”.

    Invece, un giorno, apparve un puntino luminoso non segnato da alcuna mappa stellare. Il cuore di Dalia iniziò a battere forte.

    Ricordò la stellina che si era posata sul suo capo di bambina durante una tiepida serata di primavera. Si domandò se fosse la stessa.

    I colleghi, alla notizia che la neo scienziata aveva scoperto un nuovo corpo celeste,collaborarono attivamente nello studio e nell’osservazione del nuovo astro: “Brava. I tuoi sforzi ti hanno premiato. Ne siamo felici”.

    Una notte Dalia era in contemplazione della stella sconosciuta, quando le arrivò una musica. Immaginò che il flebile suono arrivasse da là.

    Lo considerò un sottofondo musicale emesso dalla stella sua amica.Confidenzialmente e in segreto la chiamò ‘Armonia’.

    Mentre rifletteva sul modo migliore per farsi ascoltare, si sentì trascinare da una melodia e si compì una magia alla quale non aveva mai osato sperare.

    Incontrò Armonia che le disse: “Salve cara amica. Finalmente, da quel lontano giorno della tua infanzia, possiamo di nuovo parlarci. Sono trascorsi molti anni, sul tuo pianeta intendo, poiché per me il tempo non esiste. Ti ho visto crescere e, attraverso studi e osservazioni, diventare un’eccellente scienziata. Me ne attribuisco il merito poiché avevo tanto desiderio che tu mi scoprissi e mi parlassi di nuovo”.

    “La musica?.. Da dove arriva?”

    “E’ il mio modo di comunicare con te. Quando diffonderai ufficialmente la notizia dell’esistenza di un nuovo corpo celeste, io sarò lì a testimoniarla con la musica”.

    Dopo qualche tempo, concluse le misurazioni e gli accertamenti, la comunità scientifica rivelò al mondo la nuova scoperta.

    L’Osservatorio fu invaso da una moltitudine di esperti e di visitatori e, ogni volta che uno di questi si avvicinava al telescopio, una singolare musica colpiva il suo udito. Si era convenuto tra gli scienziati che si trattasse di un segnale che il corpo celeste inviava da milioni di anni luce fino alla Terra.

    Però Dalia desiderava parlare a quattr’occhi con Armonia. Dopo l’annuncio ufficiale, non era più accaduto.

    Sola al posto di lavoro,le arrivò la voce della sua amica: “Ho mantenuto la mia promessa. Agli altri parlo attraverso i suoni. Soltanto con te comunico con quelle che tu chiami parole”.

    “Le tue sono parole molto armoniose. Quasi cantate”.

    “E’ il miracolo del firmamento. Lì puoi trovare di tutto. Anche il tuo doppione”.

    “Il mio doppione?!”

    “Ascolta. Da bambina eri come me, dolce, gentile, socievole e armoniosa. Lo studio e la solitudine ti hanno reso triste e scontrosa. Lassù, nel firmamento, puoi ritrovare te stessa. Vuoi provare?”

    La ragazza accettò, curiosa e incerta. La stella emise una vibrazione talmente intensa che Dalia ne fu stordita. Si ritrovò su un corpo celeste bello e luminoso.

    “Questa sono io. Ora ti presento la Dalia che abita qui”.

    Come in uno specchio, la ragazza vide un’altra se stessa. In un susseguirsi di immagini, la osservò agire nel suo stesso ambiente: nel lavoro, nei momenti di riposo, nelle visite alla famiglia. La vita dell’altra era effervescente: frequentava gli amici, collaborava amichevolmente con i colleghi, usciva di sera, riceveva gente. Aveva perfino un ragazzo che per Dalia, sulla Terra, era stato un compagno di università e un caro amico. Non era più riuscita a frequentarlo troppo presa dai suoi studi e osservazioni.

    “Ti piace l’altra te stessa? Pensi di riuscire a cambiare per poter diventare come lei?”

    “Posso provarci. Non mi sono resa conto di aver perduto molte occasioni. Mi sono dedicata all’astronomia perché avevo desiderio di incontrarti”.

    “Lo so, ma adesso è il momento dipensare a te stessa. La mia musica a 432 Hz ti accompagnerà e ti indicherà la strada giusta”.

    Dalia ringraziò e, immediatamente, si ritrovò all’osservatorio, al suo posto di lavoro. Rifletté sull’accaduto. Si rese conto di essere diventata troppo solitaria e austera. Tra l’altro, aveva dimenticato il suo caro amico Silvio.Al ricordo, promise a se stessa che il suo futuro, da allora in poi e con l’aiuto di Armonia, sarebbe stato anche felice e spensierato.

    Maria Rosaria Fortini

     

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