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Favola della domenica – I due volatili

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    C’erano una volta due fenicotteri, uno fisico e l’altro meccanico, che decisero di fare una gara di velocità. L’uccello meccanico era di proprietà di un ragazzino, Brando, che l’aveva costruito con le sue mani. L’altro era l’amico del cuore di una bambina di nome Daniela.

    Quella mattina tutti e quattro raggiunsero il luogo concordato in precedenza, da dove sarebbe iniziata la gara. Si trattava di un terrapieno. Asso, l’animale meccanico e Genio, il fenicottero rosa, erano impazienti di iniziare la competizione.

    ‘Via!’ gridò Brando. I due concorrenti s’innalzarono, dapprima pian piano, poi sempre più veloci, fino a che sparirono nel cielo terso.

    ‘Avrebbero dovuto rimanere alla vista come d’accordo’ esclamò contrariata Daniela.

    ‘Si sono fatti prendere dalla passione per il volo’.

    ‘Ho portato il binocolo, forse riusciamo ancora a vederli’.

    ‘Dai a me …Eureka! Asso è in vantaggio’.

    ‘Non è possibile che tu riesca a distinguerli a questa distanza’.

    ‘Vedrai che vincerà il mio fenicottero meccanico’.

    Nel frattempo, i due volatili si erano messi d’accordo. Si sarebbero presi un po’ di libertà volteggiando a loro piacimento poi, tornati alla vista, avrebbero gareggiato per la gioia dei loro amici.

    ‘Dimmi, che cosa si vede a queste altezze?’ domandò Asso, che ci vedeva appena.

    ‘Elicotteri, moscerini, insetti vari’.

    ‘Mi piacerebbe tanto avere delle ali come le tue’.

    ‘Capisco. A te non è possibile sguazzare nello stagno come faccio io…Guarda! Ecco uno stormo di amici in volo’. I due strani compagni si unirono ai fenicotteri rosa che si posarono dopo un poco nelle acque basse di uno stagno. Asso rimase sospeso a qualche centimetro dall’acqua.

    ‘Perché non t’immergi?’ domandò uno di loro.

    ‘Perché rischierei di arrugginire e non potrei più sollevarmi’.

    ‘Hai uno strano aspetto. Che cosa mangi?’

    ‘Brando mi lubrifica con dell’olio’.

    Si avvicinò un volatile più grande e autorevole degli altri: ‘Ho sentito la vostra conversazione. Vorresti diventare come noi?’

    ‘Sì, anche solo per pochi minuti’.

    ‘Ti farò conoscere un mago che potrà esaudire il tuo desiderio’.

    Genio si preoccupò: ‘Sei sicuro di voler provare? Ricorda che Daniela e Brando ci stanno aspettando’.

    ‘Non ci vorrà molto, ne sono sicuro’.

    In una grotta profonda viveva un uomo molto vecchio che ascoltò attentamente le richieste dei fenicotteri: ‘Posso esaudire il vostro desiderio, ma solo per un’ora’. Il mago guardò il volatile meccanico con intensi occhi scintillanti. Asso iniziò a tremare fino a quando il suo rivestimento sobbalzò spaventosamente e poi si ruppe mentre dall’interno prendeva forma un vero fenicottero bianco e rosa, grande e forte.

    ‘Ihuuu!’ gridò felice. Si posò sulla spalla del mago per ringraziarlo poi uscì dalla grotta disegnando nell’aria cerchi sempre più grandi fino a prendere padronanza del volo. Infine, si diresse insieme agli altri fino allo stagno dove immerse la testa dal lungo collo nell’acqua per nutrirsi.

    L’ora passò presto e, pian piano, Asso tornò ad essere un uccello meccanico. Come promesso, iniziò con Genio la gara nel percorso di ritorno. Provarono per un lungo tratto a superarsi senza più scherzare, finché atterrarono contemporaneamente sulla dirittura di arrivo. I due ragazzi erano ancora lì ad aspettarli.

    ‘Finalmente! Dove eravate finiti?’ domandò Daniela.

    ‘Avevamo perso la speranza di rivedervi’ esclamò Brando abbracciando il suo giocattolo come fosse in carne ed ossa.

    Genio, prendendo la parola, raccontò concitatamente l’avventura appena trascorsa confessando di aver voluto godere, insieme all’amico, di qualche ora di libertà.

    Asso avrebbe voluto confessare a Brando la sua fenomenale trasformazione, ma Genio lo dissuase: ‘Sarà il nostro segreto e, quando vorrai ripetere l’esperienza, non ci resterà che recarci di nuovo dal fenicottero anziano perché ci accompagni nella grotta dei misteri dal generoso e potente mago’.

    Maria Rosaria Fortini

     

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