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Favola della domenica – I ballerini elettrici

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    Gioia e Leonardo erano due ballerini. Si recavano in tournée presentando uno spettacolo particolarissimo. Ogni volta che, dopo numerosi passi di danza, piroettavano velocemente su se stessi, emanavano delle scintille.

    Gli adulti e i bambini che assistevano a tale meraviglia si chiedevano se, sul palco, non si muovessero due pile elettriche.

    I due artisti indossavano costumi fosforescenti in modo da strabiliare ancora di più gli incantati spettatori.

    Un giorno, alla fine di una piroetta più veloce delle altre, i ballerini vennero sollevati in aria dall’intensità della loro danza ed un “Ooh” di meraviglia si levò dalla folla stupefatta.

    La fama dei fantastici compagni di ballo si diffuse rapidamente. Ogni paese desiderava assistere allo spettacolo di splendore e leggerezza che i due artisti erano capaci di offrire. Vennero corteggiati e intervistati in ogni luogo e, a chi domandava come potessero produrre tali fenomeni, rispondevano di nutrire una passione per la danza talmente intensa da provocare quei formidabili effetti.

    La loro vita, però, non si svolgeva sempre sul palcoscenico, bensì in un luogo pacifico dal quale erano un giorno partiti: una casa bianca situata in riva a un lago azzurro. Qui vivevano in compagnia di animali selvatici e piante con i quali parlavano e scambiavano le loro straordinarie esperienze.

    Nella solitudine di quel posto meraviglioso, i due ballerini riposavano e provavano nuove magiche figure.

    Durante uno di questi periodi di allenamento, si fermò sulle rive del lago un pullman colmo di bambini.

    Quando videro gli straordinari movimenti che i due stavano provando, si disposero in cerchio e, accompagnando con le mani il ritmo della musica sempre più veloce,  piroettarono in aria insieme ad essi.

    “Benvenuti!” esclamò Gioia quando i venti i bambini furono tornati a terra.

    “Anche voi siete capaci di volare?” domandò Leonardo.

    “Sicuro!”

    “Come lo avete imparato?”

    “Noi viviamo sulla Luna. Sulla sua superficie tutti volano. Qui è più difficile, ma con la vostra musica è stato facilissimo.”

    “Non siamo capaci però di fare scintille” disse imbronciato un bambino ricciuto.

    “Forse danzando con voi ci riusciremmo” esclamò una ragazzina dai capelli blu.

    “Perché non venite da noi per provare insieme?”

    “Dove? Sulla Luna?!”

    “Ma sììì!!”.

    “Ci dispiace, ma abbiamo molti impegni.”

    “Non ci vorrà molto; abbiamo a disposizione un mezzo molto veloce.”

    “Forse potremmo rimandare qualcuno dei prossimi appuntamenti” disse esitante Leonardo.

    “Ma certo” accettò felice Gioia, entusiasta al pensiero di partire.

    I bambini li abbracciarono e li aiutarono a sistemare la casa sul lago.

    “La nostra astronave è dietro quella collina. Possiamo partire subito.”

    Il viaggio fu straordinario e dopo poco tempo atterrarono sulla Luna a ridosso di un cratere. Il posto era deserto. “Qui non c’è nessuno” esclamò Gioia.

    “Dove sono gli abitanti di questo satellite?” domandò Leonardo.

    “Sotto la crosta lunare. C’è l’acqua, l’aria, l’energia elettrica e tutto ciò che ci serve.”

    “E’ lì che dovremo provare le danze magiche?”

    “Proprio così.”

    Con una navetta, il gruppo raggiunse a gran velocità il sottosuolo del piccolo astro e approdò in un mondo illuminato e variopinto in tutto simile alla Terra. Raggiunsero un lago sotterraneo e iniziarono a provare all’unisono passi e piroette sempre più veloci. In quell’ambiente, i due terrestri respiravano e si muovevano liberamente.

    Quando ebbe sperimentato una serie di danze delicate e suggestive, la nuova Compagnia decise di presentarsi in teatro di fronte a un nutrito pubblico di abitanti lunari.

    Confezionarono costumi luminosi e costruirono scenografie che ricordavano il lago azzurro. Iniziarono a ballare e quando, nella passione della danza, sfiorandosi l’un l’altro, produssero scintille psichedeliche, i bambini gridarono di gioia e gli spettatori lunari applaudirono all’incantevole visione.

    Lo spettacolo fu replicato molte volte finché, per i due danzatori terrestri, non venne il momento di congedarsi dagli abitanti del satellite.

    Dopo aver procurato l’astronave necessaria per la partenza di Gioia e Leonardo, i venti bambini si apprestarono a seguirli sulla Terra.

    “Abbiamo deciso di accompagnarvi”.

    “Anche noi vogliamo esibirci come ballerini”.

    “Che cosa dite?” chiesero i due giovani danzatori.

    “Perché no? Potremmo fare scintille tutti insieme, anche sulla Terra!”

    Era tale l’entusiasmo del gruppo dei fanciulli, che Gioia e Leonardo rimasero senza parole.

    “Che cosa diranno i vostri genitori?”

    “Dovete sapere che qui, sulla Luna, i bambini diventano presto adulti. Noi possiamo già decidere della nostra vita. Verremo con voi.”

    I due terrestri accondiscesero e partirono tutti insieme per lo spazio. Poco dopo, ripresero gli impegni artistici sulla Terra.

    La Compagnia, di comune accordo, assunse questo nome: “I danzatori elettrici e i bambini della Luna.”

    Maria Rosaria Fortini

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