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Favola della domenica – La dolce Pina

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    C’era una volta una giovane donna di nome Pina. Era un’artista: sapeva recitare, cantare e ballare.

    Sul palcoscenico declamava le poesie insieme ai suoi amici folletti, quando cantava aveva la collaborazione degli elfi e nei luoghi all’aperto danzava con fate e salamandre.

    In ogni circostanza, diffondeva attorno a sé particelle di gioia che raggiungevano gli spettatori e i tanti amici che la seguivano nelle sue numerose passioni.

    La sua amica del cuore era Fata Verdolina. Insieme, compivano lunghe passeggiate nei boschi chiacchierando e ridendo. In queste circostanze, la fata inciampava spesso sulla ghiaia del terreno perché non era abituata a camminare bensì a volare.

    Un giorno Pina domandò alla sua amica: ‘Puoi concedermi la grazia di poter comunicare con i volatili e con i fiori? Sono certa che, con il loro aiuto, riuscirei a cantare,ballare e recitare molto meglio’.

    La fata l’accontentò. Grazie alla sua magia, Pina riuscì a capire il linguaggio nascosto della natura. Un anemone le si presentò in tutta la sua delicata e multiforme bellezza, un giaggiolo chinò il capo lodandola per il suo talento e un narciso le fece aspirare il suo palpabile e intenso profumo.

    Alcuni cigni, attraversando uno stagno, diedero prova della loro grazia. Pina, incantata, invitò uno di loro ad avvicinarsi alla riva.

    ‘Si chiama Pilo’ disse Verdolina. ‘Vieni, Pilo’ lo sollecitò ‘mostra a questa mia cara amica come muoversi sulla scena’.

    Pilo si avvicinò con il suo incedere regale e parlò: ‘Devi immaginare che tutto il lago, il palco nel tuo caso, sia la tua casa. Muoviti con disinvoltura, prendendo idealmente l’intero spazio attorno a te’.

    Pina provò. Allargò le braccia e si mosse nello spazio dove si trovava, cioè la riva del lago, il limitare del bosco e il sentiero costeggiato di fiori. Si sentì espandere come se il luogo non avesse confini. Il corpo si muoveva leggiadro e senza peso.

    ‘E’ incredibile’ esclamò.

    Poi le si accostarono dei volatili. ‘Ascolta noi’ dissero ‘per cantare al meglio muovi l’ugola come se parlassi, comunicando al mondo la tua gioia nell’emettere la voce e le parole’.

    Pina eseguì. Imitò i versi e le note sprigionate dai pettirossi, dalle cinciallegre e dagli usignoli. I suoni che fuoriuscirono dalla sua ugola furono scale armoniche e melodiche, trilli, mordenti e sincopati.

    Incantata dalla voce di Pina, Fata Verdolina si sollevò da terra compiendo volute nell’aria, felice di muoversi di nuovo a suo piacimento.

    ‘Vieni’ disse a Pina ‘danza con me’.

    Chiamò all’appello numerose sue compagne vestite di tutti i colori dell’arcobaleno. Danzarono insieme e ci fu un’esplosione di movimento e di armonia che riempì l’ambiente boschivo e l’atmosfera circostante.

    Qualcuno, da qualche parte, suonava una melodia e Pina fu trascinata in alto avvolgendosi su se stessa accompagnata dalla fate grandi e piccole che costituivano il corpo di ballo di quella parte di bosco rigoglioso e incantato.

    “Mi sono divertita tantissimo!” esclamò Pina tornando a terra. “Vorrei stare sempre insieme a voi per poter parlare con gli animali, passeggiare con le fate e ammirare i cigni nei loro volteggi sulle placide acque del lago”.

    “Potrai venire a trovarci quando vorrai. E’ il tuo angolo di paradiso e noi ti aspetteremo con impazienza”.

    Quando tornò in città per ballare, cantare e recitare, la dolce Pina ebbe un immenso successo e molti premi, poiché aveva aperto il cuore alle infinite e arcane possibilità della natura e alla grandezza del suo talento.

    Maria Rosaria Fortini

     

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