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Favola della domenica – La maga Romina

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    C’era una volta una Maga che viveva in un castello. Si chiamava Romina. La sua passione era quella di preparare pozioni per curare i mali del cuore e della mente.

    Di domenica, riceveva i suoi pazienti affetti da numerosi fastidi e disturbi. Si formava sempre una gran fila davanti al cancello del suo maniero.

    Un giorno arrivò una principessa: ‘Sono Amaranta. Sono affetta da una morbosa tristezza perché sono stata lasciata dal principe mio fidanzato. Sono giorni che vago nella foresta alla ricerca di un rimedio’:

    Romina notò come gli abiti della giovane fossero stracciati e i suoi capelli intricati e disciolti. Nessuno avrebbe potuto dire che fosse figlia di un re.

    ‘Non ho qui con me gli ingredienti necessari alla pozione magica che potrà farti guarire. Dovrai procurarteli’.

    ‘Dove si trovano?’

    ‘A due miglia da qui vive il Mago Coltello che possiede ogni tipo di polvere. Devi presentati a lui a nome mio’. La maga consegnò ad Amaranta una lista e una moneta d’oro. ‘Aspetta’ disse poi ‘non puoi presentarti con queste vesti. Ti darò degli abiti decenti e un pettine per i capelli.’

    La principessa, con rinnovata speranza, s’incamminò a lunghi passi verso l’abitazione del Mago. Bussò alla sua porta. Venne ad aprire un ragazzo che le sorrise: ‘Buondì, fanciulla. Qual buon vento ti porta alla nostra abitazione?’

    Amaranta rimase colpita dalla bellezza del giovane. Aveva lunghi capelli castani intrecciati, il corpo vigoroso e il sorriso aperto.‘Sono Salomone, l’assistente del Mago. Lo aiuto a preparare le polveri magiche. Accomodati’. Il ragazzo prese dalle sue mani la lista e si allontanò.

    Amaranta si sedette su una panca in attesa. La principessa con le vesti modeste, stanca e spossata, si addormentò. Quando riaprì gli occhi, Salomone la stava contemplando senza sospettare che si trattasse di una principessa. Le tese due sacchetti di iuta colmi di spezie: ‘Il Mago mi ordina di accompagnarti dalla Maga Romina. In questi giorni il Conte, mio patrigno, sta compiendo delle sortite proprio in questo territorio. E’ un vero tiranno. Potrebbe essere pericoloso attraversare la foresta da sola’.

    Il ragazzo prese con sé una bisaccia e s’incamminarono insieme. Quasi subito si udirono grida e il vociare di uomini desiderosi di combattere.

    La principessa si nascose dietro una roccia chiedendosi come mai non avesse sentito parlare del Conte e del suo figliastro. Evidentemente, nelle sue peregrinazioni, aveva fatto molta strada.

    Salomone si spostò di albero in albero fino a raggiungere la nutrita compagnia che marciava compatta verso le abitazioni che circondavano il castello di Maga Romina.

    Tolse un involucro dalla sua bisaccia, lo accese con una pietra focaia e lo lanciò verso gli uomini a cavallo. Si udì una deflagrazione che disorientò i soldati. Poi urlò all’indirizzo del Conte: ‘Sono qui. Vieni a prendermi!’ Mentre l’altro sguainava la spada, lanciò un altro involto contro di lui. Il cavaliere fu ferito e cadde riverso a terra.

    Salomone si avvicinò, si appropriò della sua spada e lo immobilizzò. Ma il suo patrigno era ormai in fin di vita. Sussurrò: ‘Mi sono impossessato illegalmente dei titoli e dei tuoi possedimenti. Ora potrai riprenderli’.

    Amaranta uscì dal nascondiglio pallida per lo spavento: ‘E’ stato tremendo. L’hai affrontato senza pietà’.

    ‘Mi avrebbe ucciso. Ci ha provato molte volte prima di ora. Solo il Mago ha potuto sottrarmi alle sue grinfie e mi ha fornito le polveri magiche per sconfiggerlo’. Ordinò agli uomini di ritornare al castello di sua madre e si apprestò a raggiungere l’abitazione della Maga insieme a quella che credeva una ragazza del popolo.

    La Guaritrice aveva spedito Amaranta dal Mago Coltello con il segreto intento di farle conoscere Salomone. Quindi, quando ebbe davanti i due giovani disse: ‘Cara principessa, temo che tu non abbia più bisogno dei miei medicamenti. Credo che i capelli intrecciati di Salomone ti abbiano già guarito’.

    La ragazza arrossì. Salomone la guardò incredulo chiedendosi come aveva potuto non riconoscere nei tratti fini e gentili di Amaranta la figlia di un re.

    Timidamente, le chiese se avesse voluto seguirlo al suo castello per farle conoscere la madre: ‘Ora siamo liberi. Potrò offrirti il mio feudo e la mia vita’.

    Amaranta accettò. Vi fu una grande festa a cui partecipò il re con tutti i suoi dignitari, i nobili, i soldati e tutto il popolo e dove Maga Romina fu l’ammirata e amata ospite d’onore.

    Maria Rosaria Fortini

     

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