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Favola della domenica – La valigetta smarrita

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    C’era una volta una piccola valigia che, per sua natura, faceva lunghi viaggi per il mondo.

    Ogni volta che veniva sistemata nella stiva degli aerei, si divertiva molto. Le piaceva la compagnia dei suoi simili e rimbalzava di qua e di là quando il velivolo incontrava vuoti d’aria o vento.

    D’aspetto si distingueva dalle altre perché  aveva colori sgargianti.

    Apparteneva a Carolina, una ragazza spigliata di professione interprete. Insieme, raggiungevano città e paesi molto diversi tra loro.

    La valigia era felice di accompagnare la sua ragazza e di essere riempita con abiti, bijou e profumi.

    Un giorno accadde qualcosa che avrebbe ricordato per sempre: nella stiva dell’aereo era stata sistemata accanto a un grosso baule dal profilo barocco.

    “Scusami se sono tanto ingombrante” disse il baule con voce grave. “Sto viaggiando da ieri e sono stanco. Forse mi sto appoggiando troppo a te”.

    “Non preoccuparti. Se tutti sapessero quanto è sensibile il nostro involucro, ci tratterebbero con più attenzione”.

    “Hai ragione. Non ci risparmiano scosse e sussulti. Io poi sono stato riempito con molti oggetti metallici. Ogni movimento brusco è un colpo al fianco”.

    “Come mai viaggi da tante ore?”

    “La mia famiglia sta traslocando da un paese all’altro”.

    “Ne sei felice?”

    “Il mio posto è la soffitta. Ho sentito dire che, nella casa nuova, in Australia, ce n’è una molto luminosa. E tu?”

    “Io accompagno Carolina, la ragazza a cui appartengo. Viaggiamo per lavoro. Ci stano aspettando a Parigi”.

    “Aiuto! Che è stato?” urlò il baule all’improvviso.

    “E’ solo un vuoto d’aria più forte degli altri…” disse con voce roca la valigia, schiacciata dal peso dell’altro. “Cerca di stare rilassato, segui il movimento dell’aereo”.

    “Sono tutto ammaccato, speriamo di arrivare presto”.

    L’atterraggio avvenne nel migliore dei modi e così lo sbarco dei passeggeri ma, per un disguido, il personale addetto deviò alcuni dei bagagli in transito verso una direzione sbagliata.

    Il baule barocco si trovò imbarcato per la Costa Azzurra e la valigia dai colori sgargianti venne presa per sbaglio da una ragazza frettolosa. Carolina, arrivata al nastro trasportatore, non fece in tempo a fermarla: “Povera me, per questo soggiorno rimarrò senza i miei vestiti”.

    Arrivando in albergo, si chiedeva di quali peripezie fosse in quel momento protagonista la sua amata valigia e se l’avrebbe mai più rivista.

    Partita in macchina, la ragazza distratta che l’aveva presa per errore, sistemò la valigetta sul sedile posteriore convinta di essere l’unica a possederne una con quei colori.

    Non avendo facoltà di parola, il bagagliocercò in tutti i modi di attirare la sua attenzione.

    Ad ogni curva, faceva tintinnare i ninnoli al suo interno. La ragazza si meravigliò del tipo di rumore che sentivanon avendo portato con sé alcun tipo di oggetto metallico.

    Soltanto arrivando a casa si accorse dell’errore. Ripartì subito per l’aeroporto per denunciare la scomparsa della sua valigia e per restituire quella di Carolina.

    Quale non fu la gioia della valigetta nell’imbattersi di nuovo nel simpatico baule che aveva conosciuto: “Che gioia rivederti. Come sei capitato qui?”

    “Quando ho capito di essere stato imbarcato verso la Costa Azzurra invece che a Canberra, con uno scatto, sono rotolato giù dal carrello trasportatore ed eccomi qui. Spero solo che mi rimbarchino presto” disse il bagaglio tossendo pietosamente: “Mi sono preso un raffreddore e sono pieno di ammaccature”.

    “Ti manderanno in Australia, finalmente?”

    “Sì, si sono accorti del loro errore. Non vedo l’ora di raggiungere la mia soffitta piena di luce”.

    “Io tornerò a Roma. Più o meno quando vi farà ritorno Carolina. Immagino che sia molto arrabbiata”.

    “Allora addio. Mi dispiace lasciarti, spero con tutto il cuore di rivederti”.

    Il destino volle che Carolina facesse la conoscenza dei due proprietari del baule barocco e si recasse in Australia per fare loro da interprete.

    Quanti festeggiamenti fecero i due amici quando si ritrovarono insieme nella stessa soffitta piena di luce! Speravano con tutto il cuore che la collaborazione tra i tre giovani durasse a lungo per poter trascorrere ancora tante ore insieme.

    Maria Rosaria Fortini

     

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