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Favola della domenica – Le tre scienziate

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    C’erano una volta tre ragazze che vivevano in una ridente casa in riva al mare.Sul  retro della casa, si trovava un giardino con tanti fiori e, poco lontano, un boschetto con alberi da frutto e fusti di ogni genere che davano frescura e serenità all’ambiente.

    Le tre sorelle avevano deciso di vivere insieme quando avevano lasciato la casa paterna per seguire ciascuna la propria professione.

    Sabina lavorava come psicologa, Lorella era una studiosa di fisica moderna e Isabella una parapsicologa.

    Quando, alla sera, le tre ragazze si ritrovavano intorno al tavolo per la cena, raccontavano le esperienze della giornata.

    “Oggi al mio Studio è arrivato un ragazzo sconvolto perché ha creduto di diventare invisibile agli altri per diversi secondi” disse una sera Sabina.

    “Crede o ne è sicuro? Te l’ha mostrato?” domandò Isabella.

    “No, è un fenomeno involontario. Era in presenza di due amici. Si sono spaventati moltissimo. Tonino ha chiesto il mio aiuto perché non gli accada più”.

    “Tu gli credi?” domandò Lorella.

    “Devo credergli fino a prova contraria. Questa è la regola. Vedremo gli sviluppi del caso”.

    “Se lo ritieni utile, potrei esaminare il ragazzo dal punto di vista della parapsicologia” propose Isabella.

    “Il fenomeno potrebbe essere esaminato anche dal punto di vista delle dimensioni parallele” affermò Lorella.

    “Sì, credo che sarà utile un consulto con voi due. Potrebbe riguardare sia la psicologia che la magia che la fisica moderna”.

    Dopo qualche tempo, Sabina convocò le sorelle: “Tonino ha deciso di interpellarvi. Ha bisogno di dare un significato a quello che gli succede”.

    “E’ diventato di nuovo invisibile?”

    “Soltanto una volta, per pochi attimi”.

    Una mattina, di domenica, Tonino si diresse verso la casa delle tre scienziate per cercare di dare una risposta al suo interrogativo.

    Sabina lo accolse al cancello del giardino e lo accompagnò fino a casa lungo un cortile ghiaioso. Il ragazzo si sentì rinascere alla vista dei fiori, degli insetti, degli arbusti, al profumo del mare. Si sentiva calmo come non gli succedeva da mesi.

    Le tre sorelle lo misero subito a suo agio. Lo accompagnarono a visitare il giardino poi il boschetto dietro casa, infine lo fecero accomodare su una poltrona e gli offrirono da bere.

    A un tratto il ragazzo divenne serio e posò sul tavolo il suo bicchiere: “Sapete perché sono qui, vero? Ho fiducia che voi tre, insieme, possiate spiegareil mistero della mia sparizione. Non ho altre alternative”.

    Lorella e Isabella dissero che avrebbero dovuto esaminarlo nei loro laboratori.

    Allo Studio di magia di Isabella e al Laboratorio di fisica di Lorella, Tonino venne sottoposto a esami paranormali e a verifiche fisiche: il Dna, il Gruppo sanguigno, la macchina Kirlian.

    “Non ho alcun mantello o altro marchingegno che mi aiuti a scomparire, vi assicuro” diceva Tonino tra un esperimento e l’altro.

    Risultò che il ragazzo era un sensitivo e che, in quelle condizioni, potevano verificarsi diversi fenomeni. Anche il gruppo sanguigno era particolare per cui esisteva effettivamente il caso che diventasse a volte invisibile.

    Per sdrammatizzare, il ragazzo disse: “Non conosco alcuna macchina del tempo che mi faccia scomparire e poi ricomparire”. Detto questo, scomparve alla vista per circa trenta secondi con grande sorpresa di tutte.

    “Mi è capitato di nuovo! Non riesco a controllarmi”.

    Sabina domandò se avesse visto o udito qualcosa in quel frangente.

    “Sì, mi trovavo nel boschetto dietro la vostra casa. A un tratto, ho visto degli esseri minuscoli che mi hanno rivolto la parola. Però non ho capito nulla e subito dopo sono ricomparso.

    “Dobbiamo tener conto” osservò Lorella “che esistono altre dimensioni oltre a quelle conosciute. Normalmente le visitiamo nei sogni. Ma tu, evidentemente, hai la possibilità di spostarti là con la coscienza sveglia”.

    “Vuoi dire che esistono esseri di altre specie? Non si tratta di fantascienza o di fantasie di bambini?”

    “No, certo” disse Isabella.

    “Posso visitare il vostro bosco? Mi sembrava di trovarmi proprio là”.

    Tornarono tutti alla casa sul mare. Il boschetto, all’ora dell’imbrunire, dava all’ambiente un’atmosfera fatata, d’incanto.

    Sotto a un arco fiorito, si aprì una porta invisibile attraverso la quale tutti entrarono con facilità.  Vi era un mondo di quarta dimensione che Tonino riconobbe immediatamente.

    Vi abitavano gli stessi omini delle volte precedenti. Dissero: “Buondì cari amici. Non dovete temere di attraversare le dimensioni. Siamo stati noi che abbiamo spinto il ragazzo a raggiungerci scomparendo dalla terza dimensione nella quale tutti quanti vivete”.

    “Per quale motivo?” domandò Sabina.

    “Lo abbiamo fatto perché voi tre poteste rendervi conto di persona che tutto ciò che studiate esiste veramente.Sia la psicologia, che la fisica moderna, che la parapsicologia aiutano a raggiungere i mondi dove siamo noi e altre ulteriori dimensioni. L’importante, è che abbiate toccato con mano questa realtà”.

    “Scomparirò ancora?” domandò Tonino.

    “Non più. Ma se qualcuno di voi desidera venire a trovarci, è sufficiente passare attraverso l’arco fiorito del giardino e noi vi verremo incontro”.

    Maria Rosaria Fortini

     

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