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Favola della domenica – L’equivalenza

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    C’erano una volta una serie di equivalenze matematiche. Da molto tempo Viola cercava di risolverle.

    Teneva il quaderno davanti a sé con i numeri bene in vista. Aveva perfino evidenziato con i pennarelli i segni perché le saltassero agli occhi.

    Si trattava di equivalenze sulle misure del tempo. In particolare, i sottomultipli del secondo.

    Questo argomento era, per Viola, strabiliante. La sorprendeva il fatto che un’unità di tempo così minuscola, il secondo, potesse suddividersi in unità ancora più piccole.

    Aveva sentito parlare addirittura del picosecondo che era pari a un millesimo di miliardesimo di secondo.

    Cercò di immaginare di trovarsi in un luogo in cui esistesse nella vita quotidiana una misura così microscopica e, un giorno, sognò di trovarsi tra un popolo che viveva in un tempo dilatato.

    ‘Scusate’ esclamò muovendosi tra figure sconosciute come Alice nel paese delle meraviglie ‘c’è tra voi qualcuno che può aiutarmi a capire le misure del tempo?’

    ‘Che cosa ti incuriosisce?’ domandò a sua volta un omino scuro con una ghirlanda al collo. Viola ripensò ad un bambolottino che aveva quando era piccola.

    ‘Ho saputo che esistono misure più piccole del secondo, addirittura più piccole di miliardi di unità. Ne sapete qualcosa?’

    ‘Non c’è nulla di straordinario. Nel luogo dei sottomultipli del secondo ci siamo noi e tanti altri’.

    ‘Cioè?’

    ‘Guarda da questa finestra’ disse l’omino indicandole un’apertura apparsa per magia di fronte a sé.

    Come avviene nello svolgimento di una pellicola, Viola vide delle immagini in movimento. Riconobbe la sua città.

    Tutto si stava svolgendo freneticamente. Le macchine sulla strada si rincorrevano, cambiando a ritmo vertiginoso foggia e colore, le foglie degli alberi dei viali si sovrapponevano incessantemente e i palazzi crescevano e venivano demoliti in un batter d’occhio.

    ‘Che sta succedendo?’ chiese Viola ritraendosi spaventata.

    ‘La vita che tu vedi scorrere velocemente nel tuo mondo, qui è mille volte più rallentata’.

    ‘Allora mi trovo nel mondo del millisecondo’.

    ‘Esatto’.

    ‘Invece che succede nel picosecondo?’

    ‘In quel mondo il tempo è ancora più dilatato e tu non saresti in grado di coglierlo. Per compiere un passo, come sei abituata nella tua città, ci vorrebbero miliardi di movimenti’.

    Viola cercò di immaginarlo pensando a un libro che aveva letto: ‘I viaggi di Gulliver’ e si trovò immediatamente immersa in un’atmosfera rarefatta dove era difficile perfino pensare e muovere un passo.

    Era un luogo incantato dove piano piano uscirono dalla nebbia figure indistinte. Uomini e donne sembravano galleggiare nell’aria. Si avvicinò un bambino: ‘Non temere. Tra poco ti abituerai e riuscirai a muoverti e a parlare’.

    Infatti, a poco a poco, Viola fu in grado di definire un pensiero: ‘Non è difficile capire le misure del tempo, specie i sottomultipli del secondo. Basta immaginare mondi rallentati là dove esistono delle equivalenze’.

    ‘Vedi’ continuò il bambino. ‘A queste dimensioni, si diventa molto più intelligenti’.

    ‘Hai capito il mio pensiero?… Perché non mi accompagni nel mio mondo? Vorrei mostrartelo’.

    ‘Va bene. Però vale soltanto nel sogno. Se venissi realmente, sarei stritolato in un .. ‘picosecondo’.

    Viola rise e, insieme al ragazzino, varcò mari monti e nuvole. Si ritrovarono nella sua stanza, davanti al quaderno con le eguaglianze da risolvere. Il bambino vergò dei segni e le equivalenze con i sottomultipli del secondo furono definite.

    Con grande gioia Viola l’abbracciò e, a quel punto, si risvegliò di soprassalto. Aprì il quaderno, non c’erano più scritte le soluzioni ma, dopo il sogno rivelatore, fu in grado di risolverle con rapidità.

    Maria Rosaria Fortini

     

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