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Favola della domenica – Il Mago Phi

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    Dino, Sergio e Sara sono tre ragazzi di dodici anni, amici per la pelle.

    Un giorno di luglio si recano in gita, insieme ai genitori, in un paese di campagna. Mentre gli adulti preparano il pic-nic, i tre amici raggiungono una vicina pineta.

    Sara si arrampica su un albero nodoso, odoroso di resina. Gli altri la seguono. Intendono cogliere le pigne che pendono grandi e mature da alcuni dei rami più bassi.

    Dopo averne colte diverse, si siedono alla base dell’albero.

    Sergio, voltando da sotto in su una delle pigne, esclama: “Guardate! Le scaglie formano delle spirali”. Le conta: “Ce ne sono 13 in senso orario e 8 in senso antiorario…”

    “E’ vero!”

    Dino si alza e si affaccia in un’apertura che taglia di netto l’albero sotto cui sono seduti. Con circospezione, si appiattisce per poter entrare nella fenditura.

    All’improvviso, viene risucchiato da una forza centrifuga che lo trascina nel suo vortice. Dopo attimi che sembrano eterni, si ritrova seduto nello stesso luogo dove prima stava esaminando i pinoli all’interno della sua pigna ma ora tutto è cambiato. Davanti a lui si estende un mare d’erba e, ai quattro angoli del grande prato, può osservare gruppi di case costruite in vari stili.

    Lo sorprende la voce di Sara: “Ehi, Dino, dove sei finito?”

    C’è anche Sergio: “Ci hai fatto un bello scherzo…”

    Il bosco che conoscevano è scomparso per far posto a un luogo brillante e senza tempo.

    “Stiamo sognando oppure questo albero è magico?” chiede Sergio.

    Dino esclama: “Coraggio, ragazzi, andiamo a scoprire chi vive in quei piccoli villaggi”.

    Raggiungono il primo agglomerato di case. Sono tondeggianti. Un piccolo uomo vestito di verde si fa loro incontro: “Buon giorno ragazzi, io sono Tom e sono felice di fare la vostra conoscenza”. Altri omini dello stesso tipo escono dalle loro case.

    “Noi siamo folletti e all’altro angolo della distesa erbosa ci sono gli elfi, con le orecchie all’insù…”

    Dal cielo terso, un’ombra si muove da lontano: “Presto presto, rifugiamoci tra i girasoli…” esclama Tom. “E’ il drago di Sirenzia, ogni tanto attraversa il nostro cielo. Non è malvagio ma il suo fiato bruciacchia persone e cose.”.

    Passato il pericolo, la compagnia riprende il cammino. Sara coglie un girasole e lo porta con sé.

    Al terzo angolo del prato ci sono abitazioni a forma di conchiglia. “Tra le conchiglie abitano le fate” dice Tom.

    “Ehilà, qual buon vento vi porta?” esclama una fata. “Siete diretti dal governatore, vero? Il nostro amato Maestro Phi”.

    “Sicuro!” risponde Tom.

    “Vengo con voi, ma affrettiamoci. Il Maestro non può aspettare”.

    Sara, prima di allontanarsi, raccoglie una piccola conchiglia.

    Improvvisamente, cadono dal cielo fiocchi di neve. “Il Mago Phi è nel suo palazzo” esclama Tom. “Sapete, il Mago adora circondarsi di cristalli di neve”.

    Un uomo di media altezza varca la porta di un palazzo-piramide: “Mi presento, sono il Mago Phi. Uso il numero 1 virgola 618 per creare i cavolfiori, i fiocchi di neve e le piramidi”.

    I nostri amici rimangono stupefatti.

    “I cavolfiori?! Che c’entrano i numeri con i cavolfiori?” chiede Sergio.

    “E’ una delle mie creazioni matematico-geometriche”.

    “Com’è possibile?”

    Il Mago coglie un cavolfiore dal terreno e lo porge a Sergio: “Osservalo. Non ti sembra una creazione stupefacente? La più piccola parte di esso è uguale alla forma dell’intero ortaggio”.

    Dino è entusiasta: “Sì, è vero! Tanti piccoli cavolfiori formano l’intero cavolfiore”.

    I tre ragazzi ammutoliscono. Hanno sempre pensato che la matematica e la geometria fossero materie difficili e noiose e che mai potessero essere messe in relazione con un cavolfiore.

    Sara osserva gli oggetti che ha raccolto durante il cammino e che ha portato con sé: “Guardate! La mia pigna, il girasole, la conchiglia hanno tutti e tre una forma a spirale”.

    “…E anche i petali delle rose, le foglie della felce, perfino le galassie mostrano una forma a spirale” spiega il Mago.

    “Che cosa significa?” chiede Sergio.

    “Significa che il mondo come lo conosciamo è fatto di rapporti matematici e geometrici come i frattali o le spirali, corrispondenti al numero aureo 1 virgola 618, detto anche numero PHI.. eh eh eh, già…”.

    Dino osserva: “Con i numeri si può costruire anche la macchina del tempo?”.

    “Cari ragazzi, ve ne ho dato una dimostrazione facendovi attraversare la porta a spirale nascosta nella fenditura di un albero”.

    I tre amici si guardano stupiti. Come hanno potuto non accorgersene?

    Dino è impaziente di raccontare l’avventura appena vissuta a suo padre. Vuole dirgli che ha raggiunto un’altra dimensione e che vi è stato catapultato attraverso una porta spazio-temporale nascosta in un albero di pino.

    Sergio chiede al Mago: “Pensi di poterci riportare subito da dove siamo venuti?”

    “Certamente. E non dimenticate questo luogo magico”.

    Le fate accompagnano i ragazzi canticchiando dolcemente: “1 virgola 618, fino all’infinito…”

    “Addio Mago Phi!” grida Sara stringendo a sé i suoi tesori.

    In un picosecondo i tre amici valicano la porta del tempo e si ritrovano dall’altra parte proprio nel momento in cui i genitori li stanno chiamando per consumare il pic-nic organizzato per l’occasione.

    Sara esclama sbalordita: “La mamma oggi ha preparato proprio un cavolfiore bollito!..”

    L’occasione è buona perché i tre amici raccontino a gran voce una storia fatta di porte temporali, fate, folletti, elfi e di un Mago di nome ‘Phi’ che crea con il numero magico 1 virgola 618.

    Gli adulti li ascoltano incantati ma quando corrono all’albero di pino per sperimentare il passaggio temporale, non trovano più alcuna fenditura che permetta loro di scoprire il prodigioso e magico mondo del Mago Phi.

    Maria Rosaria Fortini

     

     

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