Le rubriche di RomaDailyNews - Favola

Favola della domenica – Il Mosaico

Più informazioni su

    Rebecca aveva la passione di costruire mosaici. Con tasselli colorati componeva figure multicolori.

    Un giorno, impegnata a raffigurare una finestra luminosa, le si avvicinò Giampiero, suo fratello minore. “Posso aiutarti?” le chiese.

    Rebecca non rispose, troppo occupata a sistemare piccole pietre azzurre.

    Giampiero non insisté e rimase a osservare il lavoro della sorella.

    “Perché non raffiguriamo i nostri genitori?” disse dopo un po’.

    “Mamma e papà?”

    “Sì. Facciamo un bel quadro con le loro figure e poi glielo regaliamo.”

    “E’ molto difficile.”

    “Non preoccuparti, i visi li disegno io poi tu li ricopri con i tasselli di vetro.”

    “Appena finita la finestra cominceremo il tuo mosaico.”

    Il bambino si mise al lavoro. Molto abile nel disegno, ben presto tratteggiò due fisionomie molto somiglianti agli originali.

    “Sei bravo, complimenti” lo lodò Rebecca.

    Si procurarono tanti quadratini colorati e iniziarono a riempire il disegno.

    “Con questo sistema non vengono le espressioni” commentò con dispiacere Giampiero.

    “Sono belli ugualmente.”

    “Tu che ne pensi di mamma e papà?” chiese il ragazzino dopo un poco.

    “In che senso?”

    “Pensi che si vogliano tanto bene e che non si separeranno mai?”

    “Che cosa ti viene in mente? Certo che non si separeranno mai!” protestò Rebecca.

    Da quel giorno alla bambina venne spesso in mente la strana domanda di Giampiero. C’era davvero pericolo che i loro genitori si dividessero? Nella sua classe c’erano diversi figli di genitori divorziati e Rebecca non osava pensare che un evento del genere potesse verificarsi anche nella sua famiglia.

    Si avvicinava il compleanno del papà. I due fratelli avevano deciso di regalargli il famoso mosaico. Da qualche giorno i lavori procedevano lentamente. I ragazzi non riuscivano a mettersi d’accordo sul colore da dare ai capelli della mamma. “Sono rossi” diceva Giampiero.

    “Sono biondi” affermava Rebecca. Alla fine raggiunsero un compromesso: diedero ai capelli riflessi rossi su un biondo dorato.

    L’uomo e la donna si erano accorti delle manovre dei loro figli. Sapevano che stavano nascondendo qualcosa e, come sempre, glielo avrebbero presto confidato. C’era però un argomento che prima o poi avrebbero dovuto affrontare con loro.

    Da alcuni mesi il rapporto tra i due coniugi non era più armonioso come un tempo. Per quanto si sforzassero non riuscivano a comprendersi né a tacere le loro difficoltà. Per evitare screzi, i bambini cercavano di comportarsi bene e di non creare occasioni di rimprovero.

    Il lavoro del mosaico procedeva senza posa e i due fratelli vi si dedicavano con passione. Arrivò il giorno del compleanno. Al termine del pranzo, proprio dopo aver spento le quaranta candeline sulla torta, il babbo cominciò a parlare non permettendo ai suoi cari di presentare il loro regalo.

    “Io e la mamma abbiamo deciso di stare lontani per qualche mese. Io approfitterò dell’opportunità di svolgere un lavoro a Trieste. Voi tre mi aspetterete qui e poi decideremo il da farsi.”

    “Non verrai mai per tutto questo tempo?” domandò Rebecca.

    “Sì” intervenne la mamma “papà verrà a trovarci molte volte.”

    Rebecca e Giampiero tacquero, delusi che si fossero avverate le loro più tristi previsioni. I  genitori rimasero molto stupiti di non vedere alcuna reazione angosciata da parte dei figli. Si chiesero se non avessero già intuito da tempo le loro intenzioni oppure se fossero dispiaciuti di non aver festeggiato a dovere il compleanno paterno.

    “Su, su bambini, adesso pensiamo alla festa! Io al vostro papà ho regalato una valigia e voi?”

    I fratelli si affrettarono a raggiungere la soffitta dove avevano nascosto il pacco ben avvolto e infiocchettato.

    “Possibile che non ci sia un modo per indurli a cambiare idea?” disse Giampiero nel tragitto.

    “Non lo so, ma io farò di tutto per farli tornare insieme” promise Rebecca.

    “Come farai?”

    “Ho un’idea! Aggiungeremo al regalo un nastro con una frase. Vieni, scriviamo!”

    Quando l’involto venne aperto apparvero due volti in un insieme di colori molto armonioso. I coniugi ne furono commossi ma non fu questo che li colpì bensì la dolcezza delle figure quasi sovrapposte in una sorta di abbandono. Nel loro desiderio di avere una famiglia unita, i due bambini erano riusciti a far esprimere così i loro sentimenti.

    “E’ bellissimo!” dissero i genitori.

    “L’avete fatto voi?” chiese la mamma mentre svolgeva il nastro e leggeva a voce alta la frase scritta in rosso: “Noi abbiamo bisogno di voi uniti.”

    Ci fu un momento di silenzio poi i genitori abbracciarono i bambini con un certo disagio. Seguirono giorni di appassionate discussioni tra la mamma e il papà che portarono a questa considerazione: “Siamo sicuri che le nostre difficoltà non si possano superare?” Forse la vita frettolosa e gli impegni di ogni giorno avevano fatto dimenticare quanto amore provassero l’uno per l’altra e la richiesta amorevole dei loro bambini li aveva indotti a riflettere profondamente. Dove avrebbero potuto trovare tanto amore al di fuori del proprio nucleo familiare?

    In risposta a questa domanda il papà decise di non trasferirsi più a Trieste e insieme alla mamma promise ai bambini che sarebbero stati per sempre uniti mentre il mosaico troneggiò da allora in poi nell’angolo più bello della loro casa.

    Maria Rosaria Fortini

    Più informazioni su