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Favola della domenica – Novella

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    C’era una volta una bambina di nome Novella che soffriva di mal di schiena. Non riusciva a camminare e procedeva inclinata da un lato. Aveva ricevuto molte cure ma senza alcun effetto. I genitori l’avevano trasferita in un luogo dove erano posti in essere metodi di guarigione alternativi.

    Un medico-giocoliere fece un giorno il giro delle stanze dov’erano i piccoli pazienti e li riunì nella sala grande dell’edificio.

    ‘Chi vuole guardare nel cerchio magico?’ chiese. Al centro della stanza un disco colorato vibrava producendo onde come un mare in movimento. L’uomo si posizionò accanto al cerchio poi chiamò  Elio, un ragazzo che zoppicava a causa di un piede ferito. Le onde amplificarono la voce suadente del terapeuta. Ipnotizzato, il ragazzo cadde addormentato.

    A un gesto del curatore si risvegliò e raccontò: ‘Ho visto un incidente. Quello che mi ha causato la ferita al piede. L’avevo dimenticato e per questo stavo male’. Elio ringraziò, ben contento di aver rivissuto un episodio significativo.

    Il medico spiegò ai ragazzi: ‘Il metodo che uso per aiutarvi a guarire è detto ‘Ipnosi regressiva’. E’ un metodo sperimentale. Concentrandovi con il mio aiuto su alcuni aspetti della vostra storia passata, potrete riportarla alla memoria e guarire’.

    Novella guardò con interesse nel cerchio magico dove le onde a spirale e la voce melodiosa del giocoliere inducevano a sognare ad occhi aperti.

    Si sentì trasportare in una foresta incantata. Era sul far della sera e molte ombre si profilavano tra gli alberi. Si ritrasse, spaventata. Non c’erano suoni o canti di uccelli che la rincuorassero. Avanzò di qualche passo. Si accorse di essere eretta e di non provare alcun dolore.

    Le si fece incontro un lupo. ‘Aiuto!’ gridò.

    ‘Non temere. Io sono il lupo dei tuoi sogni. Ti porto a conoscere altri abitanti della foresta’.

    Un’ombra scura uscì dalla bruma occupando quasi tutto l’orizzonte. Novella iniziò a tremare finché non vide che l’orso era accompagnato da un suo piccolo.

    Ebbe l’istinto di avvicinarsi per accarezzarlo.

    ‘Vieni pure. Non siamo pericolosi. In questo luogo fuori del mondo possiamo incontrarci pacificamente e se azzanniamo non facciamo male’.

    Rassicurata, accarezzò l’orsetto e iniziò a sentirsi felice. Dopo un poco, l’orsa la sollevò tra le zampe e la tenne sul suo grembo.

    ‘Puoi guarirmi?’

    ‘Certo che posso, ma avrai l’impressione che ti faccia del male’.

    ‘Non importa. Sono stanca di essere malata’.

    L’orsa la prese tra le fauci, la scosse, la scrollò e, dopo poco, la riportò tra le sue zampe. La ragazzina svenne. Le era sembrato che qualcuno le portasse via tutti i gli organi e poi, con un colpo di zanne, li rimettesse al loro posto risanati e rigenerati.

    Il lupo era rimasto ai margini della foresta: ‘Non le avrai fatto troppo male? Sarei stato capace anch’io di assalirla in quel modo’.

    ‘Non preoccuparti, le ho fatto solo del bene. Quando riaprirà gli occhi, sarà guarita. Conosci le mie qualità di curare con affetto materno’.

    ‘Sì,  certo…’

    Intanto, l’orsetto si strusciava contro Novella cercando di rianimarla tant’è che, dopo poco, ella aprì gli occhi. Fece uno sbadiglio e si ritrovò di fronte al cerchio magico e agli occhi benevoli del giocoliere.

    ‘Mi sento benissimo’. A dimostrazione delle sue parole, saltò da una parte all’altra della stanza, sciolse i muscoli delle braccia, fece qualche flessione e girò il capo a destra e a sinistra.

    ‘Che cosa ti ha fatto guarire?’

    ‘L’incontro con le fiere della foresta: il lupo e gli orsi. Ho saputo che sono feroci ma anche amorevoli. Ciò mi ha fatto comprendere che anche io posso essere selvaggia e amorevole allo stesso tempo e questa realtà mi ha fatto guarire’.

    Maria Rosaria Fortini

     

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