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Favola della domenica – I sette pionieri

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    pionieri-3Sette ragazzi in gamba si ritrovarono all’inizio dell’estate in un ameno luogo di vacanza dove avevano già trascorso l’anno precedente giorni spensierati e avventurosi.

    Avevano deciso che, durante quella permanenza, avrebbero affrontato esperienze insolite e rischiose.

    La prima sera, seduti accanto al fuoco, ascoltavano le parole di Emilio, l’intellettuale della compagnia: “Ragazzi, ho studiato sodo durante l’inverno ed ora sono pronto per presentarvi il frutto delle mie ricerche.”

    “Che cosa ci vuoi proporre?” chiese Gabriele, il più audace dei tanti.

    “L’indagine ipnotica. Chi vuole essere il primo a sottoporsi all’esperimento?”

    “Che cosa?!”

    “Mi dispiace, ma io ho mal di testa…” si schermì il timido Luigi.

    “Io sto organizzando le attività per i prossimi giorni, devo avere la mente lucida” si scusò Marcello.

    “Gente! qui bisogna essere decisi. Avevamo sì o no programmato di scambiarci le nostre scoperte e di applicarle durante le vacanze?” protestò Emilio.

    “Ok, Emilio, mi sacrifico io …” cedette Giulio, ragazzo mite e sicuro di sé. “Ma… potrò risvegliarmi? Oppure diventerò uno zombie?”

    “Stai cherzando? Sai bene che a scuola mi considerano l’Einstein dell’intero Liceo scientifico, non devi temere nulla.”

    “Se lo dici tu… ok, procediamo pure..”

    Attorniato dai suoi amici e nel silenzio più assoluto, Emilio fece dondolare un pendolo davanti agli occhi del compagno inducendolo a guardarlo fissamente. Presto l’altro sembrò cadere come addormentato.

    “Che cosa vedi, Giulio?… Dicci che cosa vedi” ordinò l’ipnotizzatore.

    Il ragazzo, come in una nebbia, vide di fronte a sé una bellissima ragazza vestita di rosso: “Ciao Giulio” gli disse “io sono Mirella e sarò la tua ragazza nel 2025.”

    Ad un comando del compagno, Giulio  aprì gli occhi e si trovò davanti sei paia d’occhi in attesa di una risposta. Emilio incalzò: “Allora, che cosa hai visto?”

    “Niente, niente, non ho visto niente…”

    “Sei sicuro? Non è possibile.. Avevi un’aria così beata!”

    “Secondo me, Emilio, devi ancora perfezionare la tua tecnica” si affrettò a dire Giulio per sviare l’interesse dei compagni. “L’importante, è che mi sia risvegliato e sia sano di corpo e di mente.”

    Emilio non discusse ma si ritenne offeso dall’atteggiamento dell’amico.

    Per l’indomani, era prevista una lunga escursione.

    Fin dall’alba, il gruppo di ragazzi s’inerpicò per sentieri impervi e raggiunse la meta quando il sole era già alto. Si trovarono di fronte ad una cascata sotto cui si indovinava un passaggio. S’inoltrarono sotto l’acqua fluente per raggiungere la parte opposta. Due di loro si fermarono a metà strada.

    Gabriele disse: “E’ questo il punto che io e Mario abbiamo deciso di esplorare. Ci sono grotte sconosciute qui sotto. Voi andate avanti, vi raggiungeremo.”

    Mario e Gabriele, appassionati di speleologia, procedettero con molta difficoltà, tra fango e sassi, per quasi un’ora. Continuarono ad avanzare e discendere finché non raggiunsero un’ampia galleria. Là si muovevano, in tenue brusìo, omini vestiti di pelli e ricoperti di peli.

    “Perbacco!” esclamò Gabriele tenendosi nascosto. “Che posto è questo? Sembra di essere nell’età della pietra.”

    “Consiglierei di tornare indietro” sussurrò il prudente Mario.

    “Aspetta! Vedo un ragazzino che viene da questa parte. Parliamogli.”

    “Vuoi scherzare? Chissà se ne è capace.”

    In quel momento, la parete di fondo della grande galleria si mosse e, agli occhi esterrefatti dei due amici, apparve una sorta di navetta spaziale avveniristica.

    “Altro che popolo primitivo! Qui si usano tecnologie rivoluzionarie!” esclamò Mario.

    “Che cosa staranno progettando? L’invasione del pianeta?” si chiese Gabriele. “Andiamo via, prima che ci scoprano.” Quasi di corsa, i due allarmati amici guadagnarono l’uscita senza essere scoperti.

    Quando raccontarono agli altri la loro avventura, suscitarono stupore e incredulità.

    “Che storia pazzesca! Siete sicuri di non aver sognato?” disse, per tutti, Marcello. Mario e Gabriele si irritarono e non parlarono con i compagni durante il restante tragitto.

    Il giorno successivo gli smilzi cugini Luigi e Francesco presentarono agli altri gli strumenti del loro esperimento. Avevano portato con sé l’occorrente per viaggiare nel tempo.

    “Io non mi preoccupo di vederli scomparire” confidava Giulio ad Emilio “quanto di non vederli ritornare.”

    “Ti ho sentito” protestò Francesco. “Ti assicuro che noi andremo nel passato ed anche nel futuro per poi tornare qui puntuali come orologi!”

    “Forse potrete scoprire allora da dove è venuto il popolo che Mario e Gabriele hanno visto sotto la montagna” disse Marcello con bonaria ironia.

    “Oppure da dove viene Mirella, la mia ragazza” si lasciò sfuggire Giulio.

    “Che hai detto?!” esclamò Emilio. “Dai, confessa. Lo abbiamo sospettato tutti che nell’esperimento di ipnosi hai visto qualcosa”. Arrossendo, Giulio confessò di aver incontrato la sua ragazza del futuro.

    “Perché non l’hai detto prima?” si lamentò Emilio. “Mi hai fatto dubitare delle mie capacità.”

    “..Allora noi andiamo!” tagliò corto Luigi.

    In breve tempo fu pronta una specie di carrozza in cui i due ragazzi inserirono un motore di foggia bizzarra. Azionarono la leva di partenza e ben presto divennero invisibili agli occhi dei loro costernati amici.

    Non si può dire che cosa accadde nei dieci minuti successivi, alla fine dei quali i due giovani tornarono in carne ed ossa nel punto dal quale erano partiti.

    Tante furono le concitate domande: “E’ stato interessante?” – “Avete incontrato qualcuno?” – “Avete avuto difficoltà a tornare?”

    “Sì, no” furono le risposte. “Vi preghiamo, parlate uno alla volta.”

    “In che anno siete capitati?” chiese Marcello.

    “Eravamo, penso, nel 2050” disse Luigi “e le nostre città non esistevano più.”

    “Che c’era al loro posto?” domandò Mario.

    “Dei funghi altissimi dove si svolgeva la vita.”

    “Perché, il sole era malato?”

    “Non lo sappiamo. E, poi, gli abitanti si spostavano da un luogo all’altro con aeromobili senza motore.”

    “Senza motore?! Come gli alianti?” esclamò Gabriele.

    “Sì” disse Francesco. “Ho avuto l’impressione che la vita fosse stata completamente rivoluzionata da grandi scoperte oppure dopo grandi distruzioni.”

    “Siete sicuri? Sembrano tutte balle” commentò Emilio.

    “Ma ti pare!” protestarono i cugini. “Non riusciremmo neanche a immaginarlo, un futuro simile..”

    Fino a tarda sera l’allegra brigata rimase sull’erba a commentare l’accaduto. Le loro ricerche avrebbero trovato posto tra le scoperte scientifiche del futuro?, si chiedevano.

    Inoltre, quale sarebbe stato il ruolo che ciascuno di loro avrebbe svolto per dare un concreto e fattivo contributo al progresso del sapere umano? Per un certo tempo, ognuno di loro rimase in silenzio immaginando la realizzazione del proprio sogno. Poi, si ritirarono nelle loro tende.

    La mattina successiva sarebbero dovuti tornare a casa. Prima di lasciare il campeggio, fecero una promessa.

    “Propongo” disse Marcello “di ritrovarci qui tra un anno per non dimenticare i nostri obiettivi e per mostrare agli altri i risultati dei nostri studi e delle nuove scoperte. Chi ne avrà di più originali ed entusiasmanti sarà eletto ‘Scienziato dell’anno’!”

    “Hurrah!!” esclamarono gli amici all’unisono.

    Rasserenati e dandosi pacche sulle spalle, i ragazzi  si apprestarono a fare ritorno a casa applaudendo entusiasticamente all’allettante proposta.

    Maria Rosaria Fortini

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