Montanelli giovane tra i “tarantolati” dell’informazione

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    Anche Indro Montanelli giovane tra i “tarantolati” dell’informazione – Questo e molto altro nel volume “E’ l’agenzia bellezza. Storia, teoria e tecniche del giornalismo d’agenzia”, Istimedia edizioni, 2021, euro 20 da oggi in tutte le librerie.

    Tra i “tarantolati dell’informazione” e gli “scalpellini della notizia” – come qualcuno ha definito i giornalisti d’agenzia – pochi sanno che c’è stato anche Indro Montanelli, da giovane. Eravamo alla metà degli anni ’30 e Montanelli fu assunto come apprendista dalla UP (United Press), all’epoca la concorrente diretta dell’Associated Press. E’ una delle curiosità che troviamo nel libro di Stefano Polli e Cesare Protettì “E’ l’agenzia bellezza. Storia, teoria e tecniche del giornalismo d’agenzia”, Istimedia edizioni, 2021, euro 20 da oggi in tutte le librerie.

    Montanelli chiese all’agenzia di fare il cronista nella guerra d’Etiopia (1935-1936), ma l’UP respinse la richiesta in quanto, da italiano, probabilmente non sarebbe stato imparziale. E fu così che Montanelli lasciò l’UP e si arruolò nell’esercito italiano per partecipare alla guerra.

    Il libro è ricco di aneddoti su scoop realizzati, mancati, contesi, ritardati, censurati e… rubati; storie di giornalisti che hanno colto, prima di altri, momenti che hanno fatto storia (il crollo del muro di Berlino, le dimissioni di papa Ratzinger…). Non mancano le interviste: a Lucia Annunziata, a Pio Mastrobuoni, a Luigi Contu (dall’Ansa a Repubblica e ritorno, come direttore).

    La prima edizione di questo testo, adottato – tra l’altro – da alcune scuole di giornalismo, è del 2007: 14 anni sono un’eternità e non solo per il mondo delle agenzie (alcune sono nate, altre sono morte, altre si sono fuse), ma per l’intero mondo dell’informazione che ha oggi un nuovo campo di gioco delimitato – come scrive nella prefazione Giulio Anselmi – dai giganti della tecnologia come Apple, Samsung o Huawei e dalle nuove piattaforme digitali come Google, Facebook e Twitter, Instagram”.

    Arricchiscono il libro anche due inserti fotografici: uno tratto dall’archivio dell’Ansa e l’altro dal ricco patrimonio iconografico dell’Agenzia Riccardi. Si tratta di due archivi di circa 3 milioni di foto ciascuno. Per l’Ansa vanno dalla fine degli anni Trenta fino alla metà degli anni Novanta, cioè prima dell’avvento del digitale. Partono dal 1945 per l’archivio Riccardi, che è stato iscritto presso la Sovrintendenza Archivistica del Lazio di Roma come Patrimonio di interesse Nazionale.

    Vale poi la pena ricordare che dai primi anni 2000 l’Ansa si è fatta promotrice e coordinatrice di due progetti finanziati dall’Unione Europea che hanno contribuito a salvaguardare e valorizzare gli archivi storici di numerose agenzie di stampa europee attraverso il monitoraggio, la catalogazione, l’acquisizione digitale e relativa archiviazione delle immagini che vi sono contenute.  I due progetti europei sono “Shpaena – Safeguarding the Historical Photographic Archives of European News Agencies” (2004-2007) e “EURO-Photo – Disclosing the European Library on common visual historical heritage” (2010-2012). Le agenzie di stampa e fotografiche coinvolte sono state: Ansa (Italia), Belga (Belgio), DPA (Germania), EFE (Spagna), EPA (Europa), LUSA (Portogallo), MTI (Ungheria), PAP (Polonia), Scanpix (Danimarca).

    Ricco l’indice dei nomi: giornalisti, editori, studiosi, da Luigi Abete a Alessio Zucchini. Molto utili anche i manuali con le regole di scrittura e pronuncia nel capitolo su “Fonti, tecnica e linguaggio”.

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