Municipio XIV. Campagna sul Centro Accoglienza Vicolo di Monte Arsiccio

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Municipio Roma XIV – Sul Centro Accoglienza Vicolo di Monte Arsiccio, interviene A. Campagna, Presidente del Municipio.

presidente-alfredo-campagna

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“Accade sempre più spesso che le notizie vengano riprese, ingigantite e distorte da chi vuole conquistare un misero momento di celebrità.  Si costruiscono storie sul sentito dire creando ingiustificato allarme sociale; chi strumentalizza fornisce volutamente un’informazione non corretta, non basata sui fatti.  La semplice esposizione degli avvenimenti, già di per sé sarebbe sufficiente a dare la giusta dimensione alle comprensibili preoccupazioni della cittadinanza”.

“Fino ad oggi ho scelto di non fare alcuna dichiarazione in merito perché è mia consuetudine verificare le notizie prima di pronunciarmi.  Come molti sanno, i centri di accoglienza sono gestiti dalla Prefettura che ha in carico l’accoglienza di persone richiedenti asilo, e non dal Comune.  La Prefettura provvede ad indire dei bandi dove richiede la disponibilità di costruzioni di varie tipologie.

Una volta raccolte le domande, di Enti Gestori o proprietari di appartamenti, procede alla verifica delle caratteristiche richieste e aggiudica il bando”, chiarisce il Presidente.

“Nel caso di Vicolo di Monte Arsiccio, per quanto mi è stato riferito dagli organi competenti, l’Ente gestore aggiudicatario del bando prefettizio ha messo a disposizione alcuni stabili e tra questi c’è anche la palazzina in oggetto per una capienza di circa 70 persone; l’acquisizione non si è conclusa perché sono venuti meno alcuni requisiti, in assenza dei quali il Prefetto ha stabilito di non procedere per Vicolo di Monte Arsiccio, dando mandato all’Ente Gestore la valutazione di altri luoghi”, prosegue Campagna.

“In considerazione di ciò, ritengo doveroso esprimere alcune osservazioni. Nell’ipotesi in cui la Prefettura avesse ritenuto idonea la palazzina in questione, provvedendo ad un inserimento progressivo del numero stabilito di immigrati, stimato oltretutto in nuclei familiari, per un totale di circa 15 famiglie richiedenti asilo, noi come cittadini ci saremmo trovati di fronte a due possibilità:

  • la prima sarebbe stata quella di fare le “barricate” da veri “patrioti”, provando ad impedire che queste famiglie mettessero piede vicino alle nostre case, chiedendo di rispedirli nel loro paese o comunque di scegliere un altro quartiere dove sistemarli perché “l’importante è non averli qui”;
  • la seconda sarebbe stata, invece, quella di accogliere delle famiglie in difficoltà ed aiutarle ad inserirsi in una città complicata come la nostra, magari con la creazione di un comitato apposito, composto da cittadini, associazioni, forze dell’ordine e da rappresentanti delle famiglie stesse”, afferma Campagna.

“Come rappresentante delle istituzioni e come persona, voglio assicurare che nel caso in cui nel nostro territorio dovessero arrivare delle persone aventi diritto, non mancherà la mia collaborazione, il mio sostegno politico e umano per favorire la civile convivenza e l’avvio di un percorso di reale inclusione. Resterà profondamente deluso chi nutre aspettative in merito alla mia adesione ad una qualsiasi iniziativa in cui si inneggi alla non-accoglienza”, conclude.

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