Le rubriche di RomaDailyNews - OPS - Opinioni politicamente scorrette - di Arrigo d'Armiento

Bini Smaghi e l’Ue che ignora Guicciardini

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    Lorenzo Bini Smaghi – che dal 2005 al 2011 è stato membro del direttorio della Banca centrale europea, da cui uscì per far posto a Mario Draghi – entra a gamba tesa sulle prossime elezioni europee con un libro (“33 false verità sull’Europa” edito da Il Mulino, pagine 188, 14 euri) che intende smontare gli argomenti di chi dell’Unione europea e dell’euro si è stancato. Secondo Bini Smaghi,  i problemi che hanno accompagnato in Italia il passaggio dalla lira all’euro non sono stati determinati dalla moneta unica in sé, ma dai comportamenti degli operatori economici italiani, sia pubblici che privati, che non si sono adeguati alle esigenze di un’area monetaria integrata.

    E chi può dargli torto? E’ vero, gli italiani non si sono adeguati. E neanche i greci, neanche gli spagnoli, neanche gli irlandesi, neanche i portoghesi e neanche i francesi. Gli inglesi, poi, più svegli, hanno capito subito di non essere adeguati e si sono ben guardati dall’aderire al sistema della moneta unica. A leggere i sondaggi in vista delle elezioni europee, non sono pochi anche in Germania, in Olanda, in Belgio, insomma in tutta Europa, quelli che si ritengono inadeguati a obbedire agli ordini dei burocrati di Bruxelles per sopravvivere nel letto di Procuste dell’euro. La lira ha fatto danni irreparabili al Sud nell’unificazione italiana, il marco ha fatto all’Est danni lontani dall’essere riparati nell’unificazione tedesca. E l’euro sta facendo lo stesso in Europa.

    Una moneta unica per paesi che hanno economie diverse, abitudini diverse, modi di pensare diversi non funziona, non può funzionare. Lo hanno detto economisti, mi perdoni Bini Smaghi, più autorevoli di lui, come Milton Friedman, tanto per fare un nome. Ma lo aveva detto, cinquecento anni prima, con parole più semplici, comprensibili anche dai non economisti, ma non da tutti gli economisti, Francesco Guicciardini: non si può pretendere che un asino corra come un cavallo. Si possono dare da Bruxelles tutte le direttive che vengono in mente ai geniali gnomi che lì hanno trovato casa, ufficio e stipendio, ma i cavalli corrono come cavalli e gli asini come asini. E non è detto che primi al traguardo arriverebbero i cavalli, se le regole della corsa non fossero fatte su misura per favorire i cavalli.

    Troppo impegnati a unificare l’inunificabile, i geniali gnomi dell’Ue non hanno finora trovato il tempo per leggere Guicciardini. Sono certo che Il Mulino ne ristamperà qualche centinaio di copie per regalarle a Bini Smaghi e ai decisori di Bruxelles.

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