Acea: Vigna (API), “Vendita sarebbe sconveniente e inopportuna”

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    “La paventata vendita del 21% delle quote di Acea sarebbe sconveniente economicamente e assolutamente inopportuna dal punto di vista politico. Per questo motivo confermiamo il nostro ‘no’, secco ed inequivocabile, a questa ipotesi”: lo ha dichiarato, durante il dibattito in corso in Aula Giulio Cesare, relativo alla Holding di Roma Capitale,Salvatore Vigna, Capogruppo di Alleanza per l’Italia in Campidoglio.


    “L’acqua – ha proseguito Vigna – è un bene primario per la sopravvivenza dell’uomo e un bene comune tra i più preziosi dell’universo e per questo deve rimanere pubblica. Oltre un milione di cittadini romani, peraltro, hanno detto ‘no’ alla privatizzazione dell’acqua. La Giunta dovrebbe spiegare perché dopo 4 anni di gestione di centrodestra le azioni sono scese da 12,3 a 4,4 euro e perché l’idea di vendere proprio oggi, ad un prezzo così basso e a soli dieci mesi dalle elezioni”.


    “La maggioranza non ha chiarito, inoltre, come compensare gli investimenti sostenuti dal privato, quali margini di utili prevedere e quale tipo di investimento dovrà fare il privato stesso e come gli investimenti si relazionano con il pagamento delle utenze. L’acqua quale bene primario – ha concluso Vigna – non può essere oggetto di profitto, ma deve rimanere di esclusiva competenza e gestione delle aziende pubbliche le quali sono regolamentate come tutte le altre Spa: occorrono soltanto scegliere Amministratori delegati e Consiglieri d’amministrazione competenti e promuovere quei dirigenti che si distinguono per meriti”.  

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