Affittopoli, Pd: “Vendita in perfetta trasparenza”

Più informazioni su

    C’era anche il coordinatore regionale del Pdl Vincenzo Piso, tra i votanti a favore della delibera con cui nel 2004 il Campidoglio ha fissato i criteri per la vendita del patrimonio immobilitare di Roma. L’allora assessore al Bilancio della giunta Veltroni, Marco Causi, mostra ai giornalisti un plico di documenti che attestano che le dismissioni degli immobili oggi al centro della ‘affittopolì capitolina sono avvenute «in perfetta trasparenza». E sottolinea: «La delibera fu approvata all’unanimità, anche da An e da Rifondazione». Causi esibisce il verbale di chiusura di una delle aste «che dimostra che erano aste vere». Ma anche documenti che indicano i criteri di stima dei prezzi, il disciplinare di gara e gli avvisi delle aste pubblicati sulla Gazzetta ufficiale e sui principali quotidiani italiani. L’obiettivo è smentire, carte alla mano, chi sostiene che non fu data sufficiente pubblicità alle vendite e che i prezzi di base erano stimati al ribasso («certo, si devono considerare anche le condizioni in cui il Comune, da pessimo gestore, teneva gli immobili», sottolinea). Nel 2004, ricorda Causi, mostrando il verbale di seduta, «anche da An e, caso unico, il Prc votarono la nostra delibera» che fissava i criteri per la vendita dei 700 appartamenti del Campidoglio. «Noi usammo le cartolarizzazioni per fare cassa, ma invece di far vendere il patrimonio alle banche, come fecero altri con pesanti conseguenze per gli inquilini, decidemmo di farlo direttamente. Sfido chiunque a trovare una vendita pubblica così trasparente, veloce ed efficace come quella del 2005-2006». L’ex assessore torna anche sulla vicenda dell’appartamento venduto al figlio dell’ex ministro Vincenzo Visco a Campo de Fiori. «Qualcuno ha detto che ebbe fu facilitato nel ricevere l’informazione che quella casa era in vendita. Se fosse stato così perchè non partecipò all’asta, andata poi deserta, in cui il prezzo era di 770 mila euro e poi a trattativa privata dovette rilanciare e pagare 910 mila euro? Il vero vantaggio sarebbe stato partecipare all’asta».

    Più informazioni su