Ama, Sindacati a Prefetto: risposte su tutele o sciopero

Roma – I sindacati sono pronti a scioperare per la mancata tutela dei lavoratori di Ama rispetto all’emergenza Coronavirus. Gia’ la prossima settimana Cgil, Cisl e Fiadel potrebbero mettere in atto la serrata, dopo che ieri tutte le parti sociali (compresa la Uil) hanno abbandonato il Comitato sull’applicazione e la verifica delle misure di contenimento del Coronavirus in Ama per non avere ottenuto dall’azienda alcuna risposta.

Le tre sigle sindacali hanno scritto una lettera al prefetto di Roma, Gerarda Pantalone, alla commissione di Garanzia sul diritto allo sciopero, ad Ama e per conoscenza alla sindaca Raggi in cui da una parte chiedono un incontro al prefetto “onde evitare di dover ricorrere alle modalita’ di sciopero previste dall’articolo 2 comma 7 della Legge 146/90”, cioe’ sostanzialmente la possibilita’ (in teoria) di scioperare anche il giorno dopo l’apertura dello stato di agitazione.

In via ordinaria le procedure per una serrata prevedono un preavviso di due settimane, ma la norma che i sindacati utilizzeranno in assenza di risposte recita che “le disposizioni del prende articolo in tema di preavviso minimo e di indicazione della durata non si applicano nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale, o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumita’ e della sicurezza dei lavoratori”.

I sindacati non vogliono aprire un fronte di scontro con la Prefettura ma, secondo quanto apprende l’agenzia Dire, se entro le prossime ore non arrivera’ una convocazione sara’ proclamato lo sciopero e lo stesso accadra’ se, in caso di incontro, non sara’ trovato un accordo con Ama.

“Facendo seguito alla lettera inviata alla sindaca di Roma Capitale in data 12 marzo 2020, che non ha ricevuto risposta, con la presente si richiede convocazione urgente, viste le gravi mancanze di Ama Spa nella tutela della salute degli operatori e quindi del servizio che offrono in queste settimane di emergenza Coronavirus- si legge nella lettera- Richiediamo tale incontro all’indomani della rottura del tavolo del coordinamento costituito in Ama Spa in applicazione del protocollo sottoscritto tra Governo e Parti Sociali il 14 marzo 2020, rottura dovuta alla totale assenza di risposte da parte aziendale e ai ritardi accumulati nell’assumere adeguate misure anti contagio, come tentativo estremo di intervento su una situazione che ha generato grave apprensione tra le lavoratrici e i lavoratori, onde evitare di dover ricorrere alle modalita’ di sciopero previste dall’articolo 2 comma 7 della Legge 146/90”.

Nella missiva, i segretari generali di Roma e Lazio delle tre sigle sindacali hanno elencato le mancanze dell’azienda: “Ieri l’azienda, nel dettaglio, non ha fornito risposte sulle richieste anticipate in date 23 marzo 2020 per iscritto, che elenchiamo di seguito: di conoscere l’entita’ delle spese straordinarie stanziate dall’azienda per affrontare l’emergenza, e di ricevere il dettaglio; di ottenere il piano di razionamento dei Dpi e di acquisti futuri per dotazione di detergenti e igienizzanti, ad esempio per prevedere l’istallazione delle colonnine ad ogni accesso delle unita’ produttive; di conoscere in quale forma e con quali indicazioni siano stati richiesti a Roma Multiservizi gli interventi di sanificazioni degli ambienti di lavoro che sono stati descritti in sede di comitato e degli interventi straordinari di igienizzazione tra i turni di lavoro durante la giornata, e quale strumento di verifica sugli stessi stia mettendo in campo la direzione”.

E ancora: “di ricevere il calendario, in merito al documento di monitoraggio inviato dalla direzione in data 21 marzo 2020, degli interventi di sanificazione dei mezzi effettuati e di quelli previsti ancora da realizzare, specificando quali interventi vengono effettuati dalla Uis e quali dalla societa’ Socram; che l’attivita’ di sanificazione venga estesa a tutti i settori aziendali e a tutto il parco mezzi (cimiteri, officine, impianti etc…); di ripetere, qualora i prodotti utilizzati non siano stati quelli consoni, le operazioni di sanificazione gia’ realizzate; di ottenere i riscontri sulle valutazioni effettuate, come previsto dall’Ods 51 dell’11 Marzo 2020, in merito alla temporanea chiusura delle docce, tenuto conto della previsione contenuta nell’Ods stesso (‘entro le prossime 48-72 ore, le strutture preposte […] mediante l’analisi di dettaglio dei dati tecnici delle sedi lavoro, nonche’ su valutazioni di impatto potranno fornire indicazioni in ordine alla eventuale rimozione, sede per sede, del divieto di utilizzo delle docce assicurando il rigoroso contenimento del contatto interumano’); di ottenere, per tutte le unita’ produttive, i tabulati del frazionamento degli accessi e dello sfalzamento dei turni”.

E infine “di prevedere, e qualora non sia stato realizzato di realizzare, un piano per l’impiego dei Tot in carico ai cdr per coprire i turni sguarniti nelle zone territoriali; di valutare la possibilita’ di stacco anticipato per i lavoratori che abbiano ultimato i servizio assegnato; di concedere ai lavoratori, baricentrati e non, la possibilita’ di spostare, anticipare o posticipare il riposo settimanale per conciliare i tempi di vita con i tempi di lavoro, coerentemente con le norme vigenti in tema di riposo giornaliero e settimanale; di poter visionare ed avere copia del piano dei servizi minimi, quindi dei servizi e degli uffici la cui attivita’ e’ momentaneamente sospesa, e il conseguente piano di gestione del personale, anche in riferimento ai possibili assembramenti creati da personale rimasto inoperoso a causa della mancanza di mezzi disponibili; di realizzare una comunicazione univoca da consegnare brevimano a tutto il personale operaio, contenente le procedure da seguire nell’attacco e nello stacco turno”.