ARGOL SpA – ALITALIA/C​AI non rinnova il contratto: a rischio 76 posti di lavoro

Più informazioni su

    La scadenza del contratto quadriennale di appalto del servizio di logistica con Alitalia/CAI e la decisione da parte di quest’ultima di internalizzare il servizio di movimentazione del materiale aeronautico nel contesto dei magazzini dell’aeroporto di Fiumicino, minaccia di ridurre pesantemente la presenza del Gruppo ARGOL Villanova, uno dei maggiori operatori di logistica integrata presente su tutto il territorio nazionale, con la gravissima conseguenza dell’inevitabile interruzione del rapporto di lavoro con il personale impiegato in questo settore (76 unità). Già da qualche mese, in vista della scadenza del contratto, i vertici di ARGOL hanno dato la loro piena e totale disponibilità a trovare una soluzione, partecipando in primis a riunioni con Alitalia/CAI e successivamente a tavoli di lavoro e trattative con i principali attori di questa vicenda. Attraverso fattive iniziative, ARGOL ha avuto modo di presentare e ribadire le tre proposte ancora oggi poste all’attenzione del vettore e delle istituzioni: 1) Partecipazione di ARGOL agli investimenti di Alitalia; 2) Intervento da parte di ARGOL in un settore attualmente gestito autonomamente da Alitalia; 3) Proroga di 6 mesi del contratto per avere il tempo di concertare ed operare una composizione definitiva della vicenda. Se la Commissione Lavoro del Consiglio Regionale del Lazio, presieduta dall’On. Perazzolo intervenuto all’incontro del 2 gennaio u.s. indetto dalla Prefettura di Roma, ha espresso grande apprezzamento per le proposte di ARGOL, riconoscendone la serietà e l’impegno finanziario ad esse correlato, ben diverso è stato, purtroppo, l’atteggiamento di Alitalia/CAI, che le ha rigettate in toto, chiudendo metaforicamente la porta in faccia a qualunque tentativo di soluzione della vertenza. Da sottolineare come ARGOL nell’arco del tempo abbia, prima di tutto, giocato un ruolo di grande responsabilità attraverso il supporto economico garantito alla cordata di imprese impegnata nell’operazione di salvataggio e rilancio del Gruppo Alitalia e successivamente si sia ripresentata nell’ambito del bando di gara che Alitalia/CAI aveva inizialmente indetto (senza poi però darne seguito…) nei mesi immediatamente precedenti alla data di scadenza del contratto, dimostrando, in tal modo, l’assoluta volontà di continuare in una collaborazione che, in quattro anni, aveva portato i livelli di servizio (misurati in termini di puntualità delle consegne e secondo indici imposti direttamente da Alitalia/CAI), inaccettabili ai tempi dell’autoproduzione, al 99,9% degli indici richiesti, ben oltre gli obiettivi fissati dalla committenza . In mancanza di soluzioni alternative, ove Alitalia/CAI dovesse continuare sulla scelta di internalizzare il servizio (in controtendenza con le proprie politiche di outsourcing), ad ARGOL non resterà che finalizzare la procedura dei licenziamenti collettivi. Ma la società non è ancora pronta a “gettare la spugna” e confida nel fatto che la vicenda arrivi presto sul tavolo governativo. Mai nella storia travagliata del settore aeronautico italiano si era arrivati ad ignorare in maniera tanto evidente e decisa l’etica sociale: oltre agli interessi di ARGOL è in gioco il futuro di 76 famiglie, che dai primi di febbraio, potrebbero trovarsi senza più mezzi di sostentamento e senza la possibilità che i lavoratori vengano riassorbiti. In attesa dei prossimi e auspicabilmente rapidi sviluppi, la dirigenza di ARGOL conferma tutta la sua disponibilità per addivenire alla soluzione di questa “querelle” che, se non gestita, determinerà gravi impatti sulle famiglie dei propri dipendenti.

    Più informazioni su