Asl Rm 1, Ieraci: la metà degli over 65 fa vaccino antinfluenzale

Roma – “Un over65 su due e’ coperto da vaccino antinfluenzale (53.4%)”. Puo’ sembrare una percentuale elevata, in realta’ “l’obiettivo minimo da raggiungere a livello nazionale e’ una copertura del 75%”. Ne parla Roberto Ieraci, referente scientifico per le vaccinazioni della Asl Roma 1, al corso interdisciplinare ‘Il bambino ai tempi del Covid-19′ promosso dal Sindacato italiano degli specialisti pediatri (Sispe). Difatti, se a cio’ si aggiunge che i bambini, “nella sindrome influenzale, rappresentano la cinghia di trasmissione che permette maggiormente il contagio di adulti e nonni”, ne consegue l’urgenza di cercare “nuove idee e spazi aperti, come palestre e scuole, in cui poter effettuare le vaccinazioni in sicurezza”, aggiunge l’esperto.

In questo senso “la nuova ordinanza della regione Lazio, che prevede la vaccinazione obbligatoria per tutti gli over65 e gli operatori sanitari, e’ veramente innovativa e importante”. La gara regionale, illustra Ieraci nello specifico, “e’ gia’ stata svolta e ci sono in gioco oltre 2 milioni e 400 mila dosi di vaccino antinfluenzale: Un milione e 400 mila di vaccino quadrivalente da uovo, 600 mila di vaccino trivalente adiuvato per gli over 65- puntualizza- e 400 mila dosi di vaccino quadrivalente da cellula”.

Tale indicazione, sommata “alla gratuita’ del vaccino per gli over65 per tutta questa annata, permettera’ anche di diminuire le problematiche relative alla diagnosi differenziale rispetto al Covid-19”. La maggior criticita’ emersa durante la pandemia, infatti, e’ stata “l’interruzione dell’attivita’ vaccinale – anche se per brevi periodo – che ha comportato un possibile accumulo e una maggiore probabilita’ di malattie prevenibili con i vaccini”, spiega il direttore della Uoc Vaccinazioni dell’Asl Roma 1.

Dunque, il quadro italiano e’ stato quello di “alcune regioni del Nord, come Lombardia e Piemonte, dove si e’ verificata una sospensione e diminuzione delle attivita’- riferisce- Nel mondo, poi, c’e’ stato un crollo drammatico generale, soprattutto per morbillo, parotite e rosolia. L’Unicef e l’Oms hanno lanciato l’allarme sull’interruzione delle vaccinazioni in molto Paesi del cosiddetto terzo mondo”. E ancora, basti riflettere su “New York, dove recentemente c’e’ stato un grandissimo cluster epidemico di morbillo”.

Anche qui, Ieraci tiene a sottolineare che “nella regione Lazio, come gruppo strategico delle vaccinazioni, ci siamo dati da fare affinche’ questa riduzione non si verificasse. I servizi vaccinali sono stati dunque garantiti, il livello di erogazione e’ stato mantenuto e il messaggio chiaro che deve arrivare e’: nei centri vaccinali le vaccinazioni vengono svolte in piena sicurezza per il bambino, l’adulto, il soggetto a rischio, l’anziano, come l’operatore sanitario”.

In Italia, pero’, il problema principale “restano le varie esitazioni sia nell’utenza che a livello culturale. Anche da parte di tanti operatori dei servizi che pensano che i vaccini possano essere un sovraccarico del sistema immunitario”. Occorre ripartire da un’alleanza che “nel prossimo anno veda una maggior adesione dei pediatri nel convincere e somministrare l’antinfluenzale” . Allo stesso modo, ci si aspetta “il contributo dei medici di medicina generale, che saranno determinanti per raggiungere le soglie di copertura nazionale, come nel caso degli over65”.

Quella da adottare per il futuro e’ un’ottica vaccinale che non “dimentichi che l’efficacia protettiva della vaccinazione antinfluenzale non dipende soltanto dalla vaccinazione del singolo, ma anche dalla copertura della popolazione generale- ammonisce- I dati dell’Inghilterra, dove questo campo di vaccinazioni e’ esteso- conclude Ieraci- dimostrano come queste riducano sia le visite mediche che la morbilita’ e la mortilita’”.