Assoambiente: Rifiuti, ecco i numeri di Roma

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Roma – “Oggi la situazione non e’ cambiata molto dal punto di vista sostanziale rispetto al passato- dichiara Chicco Testa – presidente Fise Assoambiente- Anche prima i rifiuti urbani venivano portati fuori Regione dopo il trattamento Tmb, solo che ci andavano come rifiuti speciali (per esempio combustibile per inceneritori e cementifici). Adesso ci andranno tal quali, a prezzi crescenti e con la ridotta disponibilita’ di altre regioni a prenderli. Se non si corre ai ripari subito, pianificando la costruzione degli impianti necessari e lavorando seriamente sulle raccolte differenziate, la proiezione per i prossimi anni e’ destinata ad allarmare non poco”.

“Immaginando che Roma sia in grado di riciclare nel 2035 il 65% dei rifiuti, come chiede la Direttiva sui rifiuti del Pacchetto sull’ economia circolare, andranno colmati almeno 30 punti in piu’ di raccolta differenziata, per raggiungere il 75%, visto che non tutto quello che si raccoglie in modo differenziato puo’ essere riciclato. Un obiettivo oggi ancora molto lontano”.

Inoltre, per il restante 35% (inclusi gli scarti della raccolta differenziata) e per il trattamento della frazione umida serviranno i seguenti impianti: – 4/5 impianti di digestione anaerobica per la frazione umida (capacita’ media pari a 100.000 ton ciascuno ); – 1 termovalorizzatore per almeno 600.000 tonnellate (piu’ o meno come Acerra); – 1 discarica di servizio a Roma o nel Lazio; Solo cosi’ si potra’ arginare il ‘turismo dei rifiuti’. Servono 1/1,5 miliardi di investimento per avere evidenti benefici: tariffe piu’ basse, energia verde prodotta, sistema sicuro e stabile per decenni.

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