Associazioni femministe a Comune: pensi a Cav e case rifugio

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Roma – “Sottotraccia ieri la Commissione del Comune di Roma sulle Pari Opportunita’ ha ritenuto necessario affrontare l’argomento della violenza subita dagli uomini per mano delle donne. Non essendoci, come e’ evidente, il supporto dei numeri di un fenomeno assai marginale e non sistemico, il dibattito e’ stato tutto ideologico ed ha avuto il chiaro intento di decostruire gli interventi di contrasto alla violenza sulle donne, introducendo elementi di equivalenza di ogni forma di violenza.”

“Lungi dal voler mortificare quegli uomini che hanno vissuto esperienze di violenza, vogliamo ricordare a chi ricopre ruoli istituzionali, dunque alla presidente della Commissione del Campidoglio e alla Giunta Capitolina nel suo insieme, che nessun tentativo di mistificazione della realta’ potra’ passare senza che le associazioni femministe facciano sentire la propria voce”. Cosi’ in una nota stampa Be Free, Casa delle donne Lucha y Siesta, Differenza Donna, Centro Donna L.I.S.A., SCOSSE-Soluzioni Comunicative Studi Servizi Editoriali Casa Internazionale delle donne, D.i.Re-Donne in rete contro la violenza, Assolei sportello donna Onlus, Associazione Ponte Donna, Il cortile-consultorio di psicanalisi applicata, Associazione Donne e politiche familiari, Non una di meno-Roma Non una di meno-Castelli Romani, Associazione SocialmenteDonna, sull’audizione della rappresentante dell’Associazione ‘L’Altra Part’ per l’illustrazione della tematica relativa alla violenza sugli uomini che c’e’ stata ieri in Commissione Pari Opportunita’ del Comune di Roma.

“Un fenomeno drammatico come quello della violenza sulle donne, con statistiche purtroppo costanti e trasversali tra gli strati della societa’, non merita di essere messo alla stregua di qualsivoglia comportamento deviante- continua la nota- la violenza sulle donne, i femminicidi, sono frutto di una cultura del possesso che appartiene a questa societa’ e che da decenni le donne, in un lungo processo di emancipazione, stanno contrastando.”

“Quando si registra una vittima (donna), uccisa dal suo compagno o ex, ogni due giorni, occorre scegliere da che parte stare, perche’ ogni ambiguita’ assume sapore di complicita’. In questo momento storico, proprio mentre vi e’ il rischio di un depotenziamento della Convenzione di Istanbul, con la Polonia e la Turchia che minacciano l’uscita, scivoloni come quello di ieri non sono ammessi. Il Campidoglio- concludono le associazioni femministe- pensi dunque ai centri antiviolenza che ricostruiscono percorsi di uscita dalla violenza per centinaia di donne e pensi ad aprire case rifugio dove possono vivere per non morire per mano di uomini, compagni, padri e mariti, ne servono di piu’ ne servono a centinaia”.

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