Avv.Vaglio:calo di fatturato del 30% per gli avvocati romani

Più informazioni su

    Anche gli avvocati professionisti devono fare i conti con la crisi. Solo a Roma, dove sono 24.000
    i legali che esercitano regolarmente la professione, l’88% dichiara un calo di fatturato nell’ultimo
    anno. E’ quanto emerge da una ricerca, condotta su un panel di 150 avvocati romani, dalle
    Associazioni degli Avvocati romani, dall’Accademia Forense, dal Centro Studi Diritto di Famiglia
    e dei Minori, dalle Associazione Forense Cartellino Rosso, Agire e Informare, A.N.F., APL
    (Avvocati per il Lavoro), Avvocati della Tavola Rotonda e Azione Legale.
    Secondo l’indagine ben il 29% degli avvocati dichiara una grave diminuzione del fatturato, mentre
    il 18% esprime una rilevante difficoltà economica, soprattutto per le spese di gestione dello studio.

    Un altro dato significativo che emerge dallo studio è che a pagare la crisi, ormai, non sono più solo i
    giovani avvocati o i neo-laureati che si affacciano nel mondo del lavoro, ma anche una nuova fascia
    d’età compresa tra i 40 e 50 anni.

    “Quest’ultimo fenomeno evidenziato dalla ricerca merita di essere valutato con attenzione.
    Siamo di fronte ad un problema sociale che riguarda circa 4.000 persone e le rispettive famiglie
    – ha dichiarato Mauro Vaglio, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma e Presidente
    dell’Associazione Agire e Informare – Inoltre, con l’instabilità economica attuale sempre più
    imprese chiudono o decidono di ridurre la propria attività riducendo il proprio ufficio legale,
    di conseguenza gli avvocati che vi hanno collaborato per anni, come fossero dipendenti,
    improvvisamente si trovano senza un lavoro e soprattutto senza aver acquisito le capacità “di
    mercato” e la strutturazione di un libero professionista. Un fenomeno che coinvolge anche molti
    grandi studi. Si crea quindi una figura nuova del disagio lavorativo: l’avvocato ufficialmente
    libero professionista che non riesce a ricollocarsi sul mondo del lavoro e quindi di fatto può essere
    equiparato ad un disoccupato. Ma senza alcun sostegno o rete sociale che possano aiutarlo.”.

    Più informazioni su