Beni Culturali | Franceschini, cultura e privati, nessun tabù

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    A dirlo il neoministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, in un’intervista al Sole 24 Ore. Sul ruolo dei privati ”sono aperto. Se ci si schiera su fronti opposti, tra chi dice che non si tocca nulla e chi invece vuole utilizzare un bene pubblico semplicemente per logiche di profitto, non si va da nessuna parte. Col buon senso si puo’ trovare una soluzione che dimostri che non c’e’ alcun contrasto tra assoluta tutela del patrimonio pubblico e una maggiore dinamicita’, una piu’ incisiva capacita’ di utilizzarlo e valorizzarlo. Questo non deve essere un tabu’. L’equilibrio e’ assolutamente possibile”.

    ”I Beni culturali sono un ministero economico. Penso che il ministero della cultura sia in Italia come quello del petrolio in un Paese arabo”, afferma Franceschini. ”Le nostre potenzialita’ non sono soltanto i beni culturali come volano del turismo, settore dove c’e’ un enorme investimento da fare perche’ abbiamo perso posizioni nella graduatoria dei Paesi a maggiore vocazione turistica.

    La nostra – sottolinea – e’ anche una condizione che ci permette di attrarre investimenti: se un imprenditore deve investire nella parte alta della filiera produttiva, dove conta meno il costo del lavoro e piu’ la capacita’ d’innovazione, e deve decidere dove costruire la propria azienda, se in un brutto posto o in uno bello come l’Italia, dove c’e’ offerta culturale, un sistema di welfare, la bellezza e la storia, sicuramente sceglie di investire qui da noi”.

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