Binetti: per molto meno Marino fu costretto a fare valigie

Di seguito le parole della senatrice Binetti (Udc). "Roma è ancora una volta sotto accusa. Travolta dallo scandalo che alla fin fine rallenterà tanto la costruzione del nuovo stadio della Roma, da temere che non vedrà mai la luce! Uno scandalo politico che colpisce esponenti dei principali gruppi politici.

Binetti: quando dimissioni Raggi?

Roma – Di seguito le parole della senatrice Binetti (Udc). “Roma è ancora una volta sotto accusa. Travolta dallo scandalo che alla fin fine rallenterà tanto la costruzione del nuovo stadio della Roma, da temere che non vedrà mai la luce! Uno scandalo politico che colpisce esponenti dei principali gruppi politici. Dal M5S a Forza Italia, senza dimenticare il Pd! Tutti coinvolti… Uno scandalo che travolge costruttori ed imprenditori. Senza risparmiare nessuno! Non è Mafia capitale. Ma è corruzione a 360 gradi. Per molto meno Ignazio Marino fu costretto a fare le valigie e ad andarsene. Era lo scontrino gate, come fu soprannominato. E al sindaco di allora, regolarmente e giustamente condannato, venne imputato di aver addebitato al Comune una serie di pranzi e di cene personali”.

Binetti: cos’altro aspetta Raggi per dimettersi?

“Un uso improprio delle risorse comunali, che non ha comunque nulla a che vedere con questa vergognosa operazione dello Stadio gate -spiega Binetti-. Chissà cosa altro aspetta la Raggi per dimettersi da una gestione che non ha fatto altro che totalizzare insuccessi. Frodi. Distrazione e dispersione di fondi. Una gestione che ha creato una ulteriore perdita di credito e di immagine della Città eterna. Sporca. Caotica. Decadente e corrotta. Il massimo dell’inefficienza in un clima di stagnazione che è come una palude infetta”.

“Ho fatto la mia ultima campagna elettorale avendo come competitor il famoso presidente dell’ordine degli avvocati di Roma. Era mio rivale diretto e sono felice di averlo battuto. Mai avrei immaginato che alle sue spalle e a suo sostegno ci fosse questa operazione. Gente disposta a tutto. Pur di garantirsi l’esclusiva dello stadio, alle condizioni più favorevoli per i propri amici. Rinunciando anche al ponte di Traiano. Senza nessuno scrupolo per l’ulteriore caos occasionato alla città. La magistratura sta facendo la sua parte. Anche se c’erano sufficienti elementi per intervenire prima e meglio… Mi sarebbe piaciuto che qualcuno in Comune, in un comune a Cinquestelle come quello di Romacapitale, avesse risposto al costruttore romano quando veniva con i suoi doni infetti. Qui non si usa! Esattamente come gli ha risposto a Milano il collega della Lega… ma non è andata così. Roma resta ancora terra di nessuno. Terra di conquista per furbetti. Ma è sulle prossime elezioni cittadine, quanto prima meglio, che scateneremo una grande operazione di onestà e di efficienza. Di etica pubblica e di bellezza come si addice alla città’ eterna”, conclude.