Brogli all’estero, interrogazione: il governo se ne lava le mani

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    Delude la risposta all’interrogazione del senatore Menia – La Farnesina si autoelogia per aver fatto il possibile, poco o niente, per prevenire attività illecite nella votazione, e evita di indicare quali provvedimenti intenda adottare –

    Che ci si prenda in giro tra amici è cosa che rientra quasi nella normalità. Ma che la stessa cosa accada tra politici al governo e i nostri connazionali all’estero, dove amicizia e consonanza tra loro latitano sempre di più, è cosa veramente intollerabile.

    E la risposta, data il giorno 29 corrente, in Commissione terza del Senato, dal Ministero degli Esteri (presente la sottosegretaria on. Tripodi di FI) e dal Ministero della Difesa (presente il sottosegretario di Cremnago di FI), entrambi per conto del Governo, in replica all’interrogazione presentata dal sen. Menia, ne è l’emblema più evidente e significativo di questa palese presa in giro.

    Una interrogazione parlamentare, a quanto risulta anche ai non giuristi, indica un quesito rivolto al governo nel suo complesso, in questo caso al singolo Ministro degli Esteri, per essere informati sulla veridicità di fatti o notizie ed in particolare, come nel caso indicato dall’interrogante dei recenti brogli elettorali, per conoscere i provvedimenti che l’Esecutivo intende adottare o ha già adottati.

    Nulla di tutto ciò appare nella sconclusionata replica data all’interrogante.

    Ma entriamo nel merito della risposta rilasciata.

    Nella prima parte, dopo una iniziale poco fondata sottolineatura retorica sulla “consapevolezza delle difficoltà che le attuali modalità per il voto degli italiani all’estero presentano”, passano subito dopo alla fase auto celebrativa e un po’ megalomane nella quale si dicono “da tempo impegnati a promuoverne il miglioramento, anche al fine di prevenire quanto più possibile il rischio di attività illecite”.

    A parte il fatto che i politici incaricati della risposta risultano essersi insediati da non più di un mese, non si capisce bene se, per quanto affermato, facciano riferimento al precedente esecutivo e non si comprende, quindi, a che titolo parlino per loro e sull’impegno dei precedenti vertici politici.

    Proseguendo poi nella loro assurda autocelebrazione della Farnesina e della sua rete estera, evidenziano “di aver svolto una capillare attività di informazione ricordando le corrette modalità di voto e sottolineando il divieto assoluto di cessione del materiale elettorale, provvedendo altresì a denunciare agli organi competenti tutte le azioni riconducibili ad ipotesi di reato”.

    Dati i tanti, eclatanti brogli verificatesi all’estero, oggetti tutti di altrettanti ricorsi e denunce nei confronti dei presunti responsabili, riteniamo tali asserzioni assolutamente non meritevoli di alcun commento.

    Dopo ulteriori disquisizioni elogiative in tema di allineamento dei dati, tra quelli in possesso delle rappresentanze consolari e quelle del Viminale, forniti successivamente all’AIRE, la replica tocca davvero molto superficialmente i temi sulla digitalizzazione del voto all’estero, passando anche a quello dell’insediamento di una apposita Commissione “incaricata di definire le Linee Guida sulla sperimentazione di modalità di voto e di scrutinio elettronico, presieduta dal Ministero dell’Interno”.

    Ma le risposte aberranti ed oltremodo superficiali non terminano con la precedente già indicata.

    Leggete, infatti, quanto segue, ma raccomandiamo a tutti quanti ci seguono, molta calma e di non infuriarsi.

    “Come noto, lo scrutinio delle schede elettorali provenienti dall’estero avviene in Italia presso apposite sezioni, costituite dall’Ufficio centrale per la circoscrizione estero presso la Corte d’Appello di Roma e dagli uffici decentrati presso le Corti d’Appello di Milano, Bologna, Firenze e Napoli. Le anomalie citate dall’interrogante potevano essere rilevate soltanto all’apertura delle buste.”

    Giusto allora per i truffatori e gli artefici di eclatanti brogli elettorali continuare a farla franca, con una politica così indifferente e distratta che ama solo riempirsi la bocca di paroloni come giustizia ed equità senza mai perseguirle.

    Politici replicanti le interrogazioni in Parlamento, provate a parlarne con i candidati alle elezioni non nominati a causa dei brogli e vediamo cosa vi dicono e se condividono le vostre banali risposte.

    Pier Francesco Corso

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