Calenda: primarie interne Pd, dire non votarmi atto arroganza

Roma – “Gualtieri ha chiesto ai miei elettori il ‘voto utile’ per lui per non far andare Raggi al ballottaggio? Spero che qualcuno presenti un programma, noi siamo al lavoro da 8 mesi in tutti i quartieri e sui problemi trasversali di Roma: è il momento di parlare di programmi, se continuiamo a parlare di voto utile, candidati, centrodestra e centrosinistra saranno delle elezioni molto deludenti. Roma è in uno stato disastroso e bisogna parlare dei problemi”. Lo ha detto il leader di Azione e candidato sindaco di Roma, Carlo Calenda, intervenendo a RaiNews24. Anche Tobia Zevi ieri ha accusato Calenda di ‘togliere’ voti a sinistra.

“Non c’è un voto di proprietà del Pd, i cittadini votano ed è un principio della democrazia, se ne facciano una ragione- ha replicato il leader di Azione- Zevi pensasse a fare le primarie, hanno fatto ritirare Cirinnà per non dare fastidio a Gualtieri, sono primarie interne al Pd e io me ne sono andato dopo sei mesi che sono stato al tavolo con loro.”

“A Bologna si è candidata la sindaca di un Comune e la prima cosa che le hanno detto è stata ‘abbiamo fermato Salvini e fermeremo anche te’. Qual è il senso per i cittadini? Facessere le primarie, io le rispetto pienamente ma sono primarie interne loro e va bene così”.

Per quanto riguarda il secondo turno, “penso che gli elettori Pd tra me e Raggi voterebbero me tutta la vita, ma su questo il Pd o non è chiaro o come dicono Boccia e Cirinnà dice di votare il M5S”. Per Calenda “è un atto di arroganza pensare che gli elettori Pd tra me e il disastro Raggi votano lei perché glielo dice il Pd: è un giochino politico che non c’entra niente con la realtà”.