Campidoglio ricorre al Tar contro scelta Mibact di istituire Parco Archeologico del Colosseo

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    Raggi, è lesivo interessi Roma Capitale. No aree serie A e serie B

    Il Campidoglio fa ricorso al Tar contro l’istituzione del Parco Archeologico del Colosseo, voluta dal Ministero dei beni, delle attività culturali e del Turismo, perché lesivo degli interessi di Roma Capitale.

    Su input della Giunta capitolina l’Avvocatura ha presentato questa mattina ricorso davanti il Tribunale amministrativo per chiedere l’annullamento del decreto del Mibact del 12 gennaio 2017, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il successivo 10 marzo 2017, nonché del decreto n.149 del 27 febbraio 2017, quale atto connesso e conseguente, con cui è stata indetta la selezione pubblica internazionale per il conferimento dell’incarico di direttore del Parco Archeologico del Colosseo.

    In una memoria, approvata dalla Giunta capitolina, si dà inoltre mandato all’Assessore alla Crescita culturale di adottare tutti gli atti necessari per avviare la revisione dell’Accordo di valorizzazione tra Roma Capitale e Mibact del 21 aprile del 2015 con l’obiettivo di pervenire ad un’estensione a tutto il territorio comunale, ed in prospettiva della città metropolitana, del principio di integrazione e coordinamento delle funzioni di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale esercitate dal Mibact e Roma Capitale.

    “Come sindaca di Roma, non posso sorvolare sul fatto che lo Stato centrale voglia gestire in totale autonomia il territorio della città che, invece, è patrimonio dei suoi cittadini, e senza concertare con i suoi rappresentanti diretti. Roma è patrimonio del mondo; di chi vi abita; di chi ogni giorno viene qui per lavoro o studio; di chi viene per ammirare le sue bellezze”, commenta la sindaca di Roma Virginia Raggi.

    “E la gestione di questa complessità deve essere univoca. Non può essere frammentata tra enti e ostacolata dalla burocrazia. Non posso accettare l’idea che ci siano aree di serie A e aree di serie B nella mia città”, aggiunge.

    Virginia Raggi

    Virginia Raggi

    “Il patrimonio culturale di Roma è un valore strategico per lo sviluppo di una economia moderna come per nuove politiche di turismo sostenibile – dichiara il vicesindaco e assessore alla Crescita culturale Luca Bergamo – Le decisioni non possono essere unilaterali perché senza una strategia concordata va perduto il contributo che Roma può dare allo sviluppo del Paese e della sua comunità grazie alla sua unicità che è fatta di patrimonio, alta formazione e ricerca”.

    Nel 2015 si era proceduto ad un riassetto della Soprintendenza speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma: non solo ne erano state rideterminate le competenze ma la gestione del patrimonio (Colosseo, Foro romano, ecc.) e l’esercizio della tutela sull’area del Centro storico dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità erano state riunite in un unico ufficio, dotato di autonomia scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile.

    Con l’entrata in vigore del decreto del Mibact è stato costituito un nuovo istituto denominato Parco Archeologico del Colosseo. Così facendo si è sottratto alla Soprintendenza speciale gran parte delle sue risorse, in massima parte derivanti dalla gestione del Colosseo, mentre si estende il suo perimetro al territorio di Roma, e la si è privata di fatto della possibilità di incidere positivamente per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio monumentale della Capitale.

    Al Parco Archeologico del Colosseo sono state attribuite competenze di tutela e valorizzazione sull’area centrale della città che comprende sia la parte di proprietà statale (Colosseo, Foro romano, Palatino e Domus Aurea) che quella di proprietà comunale (Fori imperiali, Circo Massimo e Colle Oppio). Questo nuovo assetto di competenze appare in contrasto con l’Accordo di valorizzazione in base al quale Mibact e Roma Capitale si impegnavano a costituire entro la fine del 2015 un Consorzio per la gestione della medesima area (la piantina che individua l’area di competenza del nuovo Parco Archeologico è la stessa allegata al testo dell’Accordo). Inoltre si crea un altro ostacolo all’integrazione e connessione all’area archeologica al tessuto sociale e urbanistico di Roma Capitale, espressamente prevista, invece, nell’Accordo.

     

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