Cento mucche offerte dall’Uganda a Giorgia Meloni

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    Il figlio del presidente gliele offre per premiare il suo coraggio –

    Sui social vanno forte le mucche Nkore, bovini di pregio allevati da una comunità bantu dell’Uganda sud-occidentale. A far parlare di loro è il generale Muhoozi Kainerugaba, comandante in capo delle forze di terra nonché figlio del presidente Yoweri Museveni. Il motivo? Avere offerto le mucche a Giorgia Meloni, futura premier “senza paura e sincera”.

    “LE REGALERI SUBITO 100 MUCCHE NKORE”
    La proposta, non è chiaro se a mo’ di sostegno politico o corteggiamento internazionale, è stata formulata su Twitter. “Quante mucche regalerei al prossimo primo ministro dell’Italia?” ha chiesto Kainerugaba, aggiungendo subito: “Le regalerei subito cento mucche Nkore“. I cinguettii hanno avuto migliaia di “like” perché il profilo del generale, considerato un possibile successore di Museveni, ha più di 580mila follower. Ne è nato un dibattito, più interculturale che polemico, proseguito con commenti e tweet anche dall’Italia. “Per i miei amici italiani, queste sono le mucche Nkore” ha spiegato Kainerugaba pubblicando foto dei bovini in fila all’abbeveratoio, il mantello scuro e le caratteristiche corna arcuate a disegnare cuori o uncinare il cielo azzurro.

    Tra le risposte con più “like” quella dell’utente Massimo Pilloni, pare milanese, che ha invitato a immaginarsi una serata al ristorante con una ragazza. “Un fiore, magari una rosa, è leggero e facile da portare; una mucca invece non potrebbe neanche entrare, bisognerebbe lasciarla fuori con il rischio che venga portata via da qualcuno”. Il generale ha ribattuto: “Massimo, non lascerei la mucca da nessuna parte; potremmo cenare con lei accanto”.

    I toni sui social sembrano leggeri, al netto dell’opportunità di offerte del genere sul piano dei rapporti diplomatici. Nel dubbio Kainerugaba ha comunque cancellato un post forse più divertito che bellicoso: “Se i romani non accettano le mucche vuol dire che dovremo prendere Roma; ci metteremmo pochi giorni”. (Vincenzo Giardina, agenzia Dire, www.dire.it)

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