Cgil: precari cultura esclusi da disoccupazione Dis-Coll

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Roma – “L’Italia, si sa, e’ la nazione che vanta un patrimonio artistico e culturale unico al mondo e la sua Capitale e’ un museo a cielo aperto. Ma Roma non e’ solo la citta’ dei monumenti: fino a qualche tempo fa, prima della pandemia, offriva una moltitudine di appuntamenti culturali all’interno dei suoi musei, dalle mostre permanenti a quelle itineranti”. Cosi’, in una nota, la Cgil e il Nidil Cgil Roma Centro Ovest Litoranea.

“Questa terribile pandemia, che ha fatto emergere le condizioni diffuse della precarieta’ nel mondo del lavoro- continua la nota- non ha risparmiato quello della cultura.”

“In Italia, purtroppo, e’ manifesta la diffidenza nell’approcciare la cultura come attivita’ produttiva e questo confina gli operatori del settore in una zona grigia, che stralcia diritti e professionalita’: gli storici dell’arte impiegati nelle istituzioni museali cittadine dalla Galleria Borghese alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, a Palazzo Barberini, alla Galleria Spada, da Palazzo Venezia, alla Galleria Corsini, al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, sono perlopiu’ lavoratori precari, inquadrati con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa.”

“Tale tipologia di contratti non prevede alcuna retribuzione nei periodi in cui non si lavora ne’ il ricorso agli ammortizzatori sociali. E se il DPCM del 3 novembre 2020 ha sospeso le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei, il DL Ristori Bis del 9 novembre scorso ha negato a questi lavoratori, escludendoli dall’elenco dei beneficiari, la possibilita’ di ottenere un sostegno economico.”

“Il motivo? Un cavillo: trattasi di lavoratori senza senza reddito ma non disoccupati. Lavoratori, dunque, che non solo non rientrano tra i beneficiari delle indennita’ ma neppure nella disoccupazione Dis-coll. Rileviamo che si tratta di persone.”

“Persone abbandonate a se stesse, oltremodo deluse, consapevoli della situazione emergenziale dovuta alla pandemia ma non piu’ disposte a pagare, tra tanti precari, un prezzo cosi’ alto. Chiediamo al Governo di modificare il decreto in questione, riconoscendo agli storici dell’arte un adeguato ristoro”.

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