Cgil Roma-Lazio: sistema paga debolezza strutturale Roma

Roma – “Siamo alle soglie dell’ennesima crisi ciclica per i rifiuti della Capitale, e all’ennesimo, imbarazzante scaricabarile istituzionale. L’assenza di progettualita’ e di scelte adeguate sull’impiantistica di Roma da parte di questa amministrazione, come sempre denunciato, ovviamente viene pagata dalla citta’, dai lavoratori e ha pesanti ricadute sull’intero sistema regionale: nessuna autonomia per la chiusura del ciclo e per il trattamento, dipendenza (onerosa) da impianti dentro e fuori regione, rischio crisi (annunciata) alle porte a ogni variazione (ampiamente nota) in uno dei pochi nodi attivi della rete. La cui debolezza e’ chiara, se a mettere tutto in default e’ la chiusura di una discarica”. Lo dichiarano Natale di Cola, segretario Cgil di Roma e Lazio, e Giancarlo Cenciarelli, segretario generale Fp Cgil Roma e Lazio.

“Non e’ una novita’ che tutto si regga su un equilibrio delicato e che AMA viva a corto respiro da anni. Ancora una dimostrazione del poco coraggio finora mostrato nelle scelte sul sistema rifiuti e sul futuro dell’azienda: 5 anni persi, e la faticosa corsa finale a risolvere, come pur necessario, la precarieta’ finanziaria a cui l’azienda e’ appesa, senza bilanci dal 2017 e con un piano di risanamento e un piano industriale a visione limitata.”

“Che, come abbiamo gia’ sottolineato, se da’ alla municipalizzata dei rifiuti un respiro di sollievo nell’immediato, manca totalmente di progettualita’, di idee e investimenti per il futuro”, proseguono Di Cola e Cenciarelli.

“Mezzi, impiantistica, personale: quanto non e’ stato fatto fino ad oggi difficilmente puo’ essere recuperato. Specialmente di fronte all’imbarazzante ritorno della conflittualita’ e dello scaricabarile tra istituzioni. Roma Capitale rivendica addirittura che Rocca Cencia, l’unico TMB rimasto per la citta’ dopo la distruzione del Salario, non potra’ aumentare temporaneamente i conferimenti perche’ “e’ destinato ad essere chiuso”, ignorando le attuali condizioni dell’impianto e di chi vi opera, pensando a impianti futuri che avrebbero gia’ dovuto essere costruiti.”

“Senza impianti a Roma, va in crisi tutto il Lazio: la saturazione anzitempo della discarica di Roccasecca, che riceveva conferimenti anche di Roma Capitale, con le inevitabili ricadute anche sulla provincia di Frosinone ne e’ la prova evidente”, aggiungono i sindacalisti.

“Dichiarazioni che non stupiscono, ma che continuano ad aumentare la preoccupazione per la tenuta dei servizi e del lavoro, gia’ in condizioni esasperate. Ama non avra’ nessun futuro se non si ha il coraggio di affrontare l’immediato e uscire da un impasse che in questi anni si e’ aggravato per la miopia di questa stessa amministrazione.”

“Sono note le motivazioni per le quali i lavoratori di AMA e dell’indotto sciopereranno il 26 aprile, tra tutte le condizioni di lavoro in caduta libera negli impianti e in tutte le linee di attivita’, il disastro occupazionale del maxi appalto utenze non domestiche, le opacita’ gestionali e la rottura delle relazioni sindacali.”

“Ora e’ fondamentale che si esca allo scoperto e che si dica quale scelta politica e’ stata fatta su AMA: ammettere il fallimento e lasciare il sistema rifiuti della citta’, i 7200 lavoratori e i servizi ai cittadini peggio di come sono stati trovati o correggere il tiro e sostenere azienda e servizi, collaborare per risolvere le criticita’ immediate e giocare un ruolo strategico nella chiusura del ciclo rifiuti per l’intera regione nel prossimo futuro”, concludono Natale di Cola, segretario Cgil di Roma e Lazio, e Giancarlo Cenciarelli, segretario generale Fp Cgil Roma e Lazio.