Cinema, i cattolici imitino gli ebrei

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    Cinema, i cattolici imitino gli ebrei –

    Caro papa Bergoglio ci consenta, con la massima umiltà ovviamente, di darLe un suggerimento piccolo piccolo, ma di grande attualità.

    Perché anche Lei non promuove ed incentiva, all’interno della Sua Chiesa, come fa da tempo immemorabile la Chiesa e la Comunità ebraica, la cultura e la formazione dirigenziale di preti, o di uomini cattolici laici, quindi non consacrati preti, preparati per importanti incarichi manageriali, in grado di occupare posizioni di vertice e di grande rilievo nelle industrie, di maggior forza e potere, ed in tutte le altre aggregazioni imprenditoriali, considerate strategiche, nella società contemporanea?

    Papa Bergoglio

    Papa Bergoglio

    Non brilliamo di originalità nel proporlo, essendoci ispirati a quanto avviene da tempo in Usa, con la locale Comunità ebraica, che da molti anni ormai domina e si cimenta in ogni tipo di industria, in particolare in quelle della Cultura, dei Media e soprattutto in quella Cinematografica.

    Fare proselitismo e promuovere la propria religione, nel modo più efficace possibile, è divenuto ormai un imperativo categorico che trascende il proprio credo e la propria religione e si appoggia, invece, con sempre maggior fervore e favore, sui piani di marketing e sulla più innovativa e travolgente tecnologia.

    Ad avallo, sia pure parziale, di quanto ci permettiamo di suggerirLe, la posizione di tutto rispetto, ritagliatasi dalla Chiesa e dalla Cultura ebraica, nell’Industria Cinematografica statunitense.

    Nell’anno 1964, da sondaggi commissionati all’epoca, il 50 per cento dei cittadini statunitensi considerava gli ebrei al comando non solo dell’Industria Cinematografica ad Hollywood, ma anche dei Media Usa, di Wall Street e, non ultimo, dello stesso Governo Stelle e Strisce.

    Nel sondaggio del mese scorso, pubblicato dalla Anti-Defamation League, dal 50 per cento si è passati ad un perentorio 22 per cento (grazie certamente ai potenti strumenti mediatici in loro possesso della Comunità di cui parliamo), di cittadini americani che ritengono che lo scettro del comando, nel paese e soprattutto negli Studios di Hollywood, siano saldamente nelle mani degli ebrei.

    Gli ebrei comandano ormai Hollywood in maniera totale.

    Ma, in concreto, seguendo il sondaggio citato, vediamo di scoprire quanto profondamente ebraica è Hollywood.

    Quando i capi degli Studios di Hollywood, poche settimane fa,  hanno messo un’inserzione a tutta pagina sul Los Angeles Times, per chiedere che la Screen Actors Guild (Sindacato degli attori dello schermo) accettasse il relativo contratto di settore, la lettera aperta era firmata dai seguenti vertici: il Presidente di News Corp., Peter Chernin (ebreo), il Presidente di Paramount Pictures, Brad Grey (ebreo), il Presidente di Walt Disney Co., Robert Iger (ebreo), il Presidente di Sony Pictures, Michael Lynton (ebreo olandese), il Presidente di Warner Bros., Barry Meyer (ebreo), il Presidente di CBS Corp., Leslie Moonves (così ebreo che il prozio fu il primo Primo Ministro d’Israele), il Presidente di MGM, Harry Sloan (ebreo), e il Presidente di NBC Universal, Jeff Zucker (mega ebreo).

    Se avessero firmato la lettera aperta anche i fratelli Weinstein, questo gruppo, da solo, avrebbe avuto il potere di far cessare definitivamente la produzione di tutti i film in Usa.

    Indicativo e del tutto conclusivo sull’argomento, lo slogan promosso dalla gioconda macchina da guerra di PR degli Studios: “Hollywood: se vi piacciono la tv e i film allora, dopo tutto, vi piacciono anche gli ebrei”.

    Pier Francesco Corso

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