Cna: deve essere recepita in Regolamento la sentenza Cds su tavolini

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Roma – “La decisione assunta ieri dal Consiglio di Stato di liberalizzare l’utilizzo dei tavolini e degli arredi nei laboratori artigianali che praticano consumo alimentare sul posto segna un risultato importante, ma non ancora decisivo per la risoluzione di alcuni annosi problemi posti dal Nuovo Regolamento del Commercio del Comune di Roma, che la Cna ha piu’ volte sollevato all’attenzione dell’Amministrazione capitolina”.

È quanto si legge in una nota della Cna, che prosegue: “Infatti, il Regolamento e’ stato oggetto di un ricorso portato avanti dalla nostra associazione prima al Tar e successivamente allo stesso Consiglio di Stato perche’ sono presenti al suo interno alcuni elementi a nostro giudizio lesivi del libero svolgimento delle attivita’ economiche”. Secondo Cna “la presunta pressione antropica denunciata dal Comune riguardo al sito Unesco che sarebbe stata addotta come causa principale della necessita’ di regolamentare ‘il consumo sul posto’ in quel territorio, e’ in realta’ confutata dai dati in nostro possesso, che hanno visto negli ultimi anni i laboratori artigianali diminuire sensibilmente.”

“Negli ultimi dieci anni, infatti, secondo le stime del Suap, queste attivita’ sono passate da 5.022 unita’ a 1.701 con una riduzione di quasi il 40%. Se a questo si sommano la limitazione del 25% della superficie da destinare al consumo sul posto fino a un massimo di 50 metri quadri e il blocco di 3 anni della concessione di nuove aperture, lo scenario che si prefigura e’ quello di una morte silenziosa dell’artigianato che presidia i territori e offre prodotti alimentari di qualita’”.

Stefano Di Niola, segretario della Cna di Roma, sottolinea che “la tradizione e l’eccellenza enogastronomica, la sua diversificazione, sono risorse e elementi di attrazione che un’amministrazione locale attenta dovrebbe valorizzare e sostenere per evitare il rischio di un Centro storico, frequentato da milioni di turisti e cittadini, con una scarsa offerta di artigianalita’ e professionalita’. Il consumo sul posto e’ un servizio molto importante offerto all’utenza, in grado di avere significative ricadute in termini di fatturato e occupazione che non va penalizzato in un momento storico di forte difficolta’ produttiva”.

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