Codici: Corte d’Appello annulla aumenti tariffari disposti da Acea Ato 2 per idrico 2002-2012. Deve intervenire Mef

Più informazioni su

Roma – Gli aumenti tariffari applicati da Acea Ato 2 dal 2002 al 2012 sono illegittimi. È quanto stabilito dalla Corte di Appello di Roma, che ha emesso una sentenza che riguarda le bollette idriche destinate agli utenti residenti nel Comune di Fonte Nuova in provincia di Roma, ma che rappresenta un precedente per tutti i Comuni serviti da Acea Ato 2. Una vittoria per i consumatori, assistiti nel lungo procedimento giudiziario dall’Associazione Codici, pronta ora a portare la vicenda all’attenzione di Procura, Mef, Antitrust e Arera. La sentenza è stata pubblicata lo scorso 11 dicembre e, a parziale conferma di una pronuncia del 2014 del Tribunale civile di Tivoli, dichiara anche non dovute alcune voci tariffarie come la cosiddetta “quota depurazione” e il cosiddetto “minimo impegnato”.

Ma andiamo con ordine e ricostruiamo una vicenda giudiziale iniziata oltre 10 anni fa. È il 2008 quando il Gestore del Servizio Idrico Integrato, Acea Ato 2 Spa, che aveva preso in consegna le infrastrutture del Comune di Fonte Nuova, applica retroattivamente piani e aumenti tariffari, risalendo fino al 2002. Si arriva così all’addebito in fattura di voci tariffarie anche per migliaia di euro per ogni utente. Ne nasce quindi un contenzioso, promosso da un gruppo di cittadini, che si organizzano in un comitato locale (Comitato Acqua Fonte Nuova, ora Comitato Civico Cittadini per Fonte Nuova è Nostra) guidato da Donatella Ibba e si rivolgono all’Associazione Codici per ricevere assistenza.

Il giudizio, patrocinato dall’avvocato Carmine Laurenzano dell’Ufficio Legale di Codici, si protrae per 10 anni nel corso dei quali gli utenti dimostrano l’illegittimità degli aumenti tariffari (la maggior parte applicati retroattivamente e in assenza dei presupposti di legge), la prescrizione di gran parte delle voci addebitate in fattura e l’assenza di depuratori funzionanti. Con una prima pronuncia del 2014, il Tribunale di Tivoli annulla tutti gli aumenti tariffari dal 2002 al 2008, lasciando tuttavia senza esito le altre richieste dei cittadini. Acea Ato 2 presenta appello contro questa pronuncia, mentre gli utenti presentano appello incidentale per chiedere l’annullamento anche delle altre voci tariffarie.

Arriviamo così ai giorni nostri ed alla sentenza dello scorso 11 dicembre, con cui la Corte di Appello di Roma rigetta l’appello promosso da Acea Ato 2 e accoglie parzialmente l’appello incidentale promosso dagli utenti, decretando l’illegittimità di tutti gli aumenti tariffari applicati dal 2002 al 2012, l’assenza di depuratori funzionanti a norma di legge nell’area in questione e pertanto l’illegittima applicazione in fattura della quota depurazione sempre dal 2002 al 2012.

“Si tratta di una vittoria importantissima – dichiara l’avvocato di Codici Carmine Laurenzano, che ha patrocinato entrambi i gradi di giudizio per conto degli utenti – viene riconosciuta l’illegittimità della condotta del Gestore del Sistema Idrico Integrato, che, peraltro, nel corso di questi anni ha tartassato gli utenti, parti nel giudizio, con note di sollecito di pagamento, minacce di avvio di azioni esecutive, ha inviato decine di preavvisi di distacco, arrivando in alcuni casi al distacco effettivo e addirittura all’invio di ingiunzioni di pagamento. Il tutto per le somme che la Corte di Appello di Roma ha accertato come non dovute”.

Ma l’azione di Codici non finisce qui. “Visto che le somme non sono dovute – afferma il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica di Tivoli, paventando anche il reato, quanto meno sotto forma di tentativo, di estorsione e segnaleremo tali criticità anche a Agcm e Arera. Chiederemo, inoltre, al Ministero dell’Economia e delle Finanze di revocare il decreto che autorizza Acea Ato 2 a procedere per mezzo di determine-ingiunzioni per la riscossione di morosità, considerato l’uso indiscriminato che ne è stato fatto e ne viene fatto, anche in relazione a presunte morosità oggetto di giudizi già avviati che, come nel caso di specie, hanno dato torto al Gestore del Servizio Idrico”.

In attesa di nuovi sviluppi, si registra anche la soddisfazione dei cittadini. “Nel 2008 mi sono accorta che stavano arrivando delle bollette pazze – racconta Donatella Ibba, oggi Presidente di Cittadini per Fonte Nuova è Nostra – costituito il Comitato, ho evidenziato 9 punti di contestazione e, grazie al sostegno di Codici ed al grande lavoro dell’avvocato Laurenzano, abbiamo intrapreso una battaglia che dopo 10 anni ha prodotto una vittoria importantissima. Quella della Corte di Appello di Roma è una sentenza che fa giurisprudenza. Ora ci aspettiamo l’apertura di un percorso che porti al rimborso dei cittadini anche su depurazione e fognatura, visto il paradosso di chi non è nemmeno collettato, come i residenti di Santa Lucia”.

Più informazioni su