Comitato Valle Galeria a Ngr: per fare discarica no condizioni

Roma – “I cittadini della Valle Galeria sono stanchi di doversi confrontare con imprenditori che si vogliono far passare per i salvatori della patria, quando il loro obiettivo e’ quello di fare profitti anche in assenza delle condizioni per installare gli impianti progettati”. Cosi’ in una nota il Comitato Valle Galeria Libera replicando al progetto per la discarica a Monte Carnevale depositato ieri dalla societa’ Ngr.

“La normativa europea sulle discariche prevede che una discarica possa essere costruita solo in presenza di una barriera geologica naturale, che nel sito non ci sta e certo due teloni non possono sopperire a tale assenza- spiega il Comitato- La normativa prevede che una discarica debba essere stabile e i calcoli portati dall’imprenditore non contemplano il conferimento in discarica dei rifiuti che sono stati autorizzati. La normativa prevede che il piano di imposta venga posto considerando la massima escursione della falda e all’imprenditore la Regione Lazio ha consentito di non effettuare il modello idrogeologico necessario per stabilirlo”.

“Durante i lavori di cava la falda regionale profonda e’ stata esposta, ed a conseguenza di cio’ e’ opportuno si faccia solo un accurato ripristino ambientale, e non costruirci sopra, a tappo, una nuova discarica galleggiante, la Malagrotta2- continua la nota- Il terreno in sito e’ del tutto permeabile e quindi inidoneo a farvi una discarica. Le case sparse e i nuclei abitati sono a distanze escludenti da 80 a 400 metri, i 65 residenti civili in carne ed ossa faranno valere le loro ragioni, nelle sedi opportune. Lo stato dei luoghi confinanti, non e’ degradato e senza valore come dichiarato nelle illazioni presenti nello studio preliminare ambientale prodotto da NGR srl (societa’ controllata da Mad srl per il 70% e da Eurobeton per 30%), ma di alto valore agricolo, e di fondamentale importanza per habitat e specie visto che la Zona di Conservazione Speciale Macchia Grande di Ponte Galeria e’ a 246 metri”.

“Visto- si legge ancora nella nota- che tutta l’area e’ area IBA 117 Litorale Romano, visto che sono presenti 10 specie protette in Allegato I e 13 in Allegato II della Direttiva 2009/147 CE, visto che la ex cava ha per custode da anni una civetta nidificante, protetta da leggi nazionali, per la quale si e’ attivata tutela tramite Carabinieri Forestali e Lipu. Il risultato e’ che la discarica e’ un rischio per l’ambiente e la normativa prevede che in tali casi non dovrebbe essere autorizzata”.

“Vale la pena per 5 anni di conferimento rifiuti (lo scrivono loro alla stampa) forse alla meta’ del prezzo che si spende per trasportarli fuori, sobbarcarci i costi della bonifica del suolo e delle falde dall’inquinamento che ne derivera’, dell’impatto sanitario sulle persone?- aggiunge il comitato- Non dimentichiamoci che Malagrotta non viene bonificata dal suo gestore e che i costi della bonifica ammontano a 500 milioni, forse pure sottostimati e nessuno ha ancora calcolato i costi sul SSN avuti per l’incremento delle patologie alle persone che vivono nelle vicinanze”.

“Alla luce di tutto cio’ questa discarica comportera’ evidenti danni ambientali ed erariali che solo chi non vuole vedere, non vede sin da ora- conclude la nota- Dunque all’Erario, che non dovrebbe dimenticare le lezioni del passato, conviene senz’altro di piu’ trasportare fuori i rifiuti e trovare nel frattempo un sito idoneo per la discarica”.