Concessioni immobili, spaccatura M5S Campidoglio-Municipio V

Roma – Un periodo di transizione in cui le associazioni potranno mantenere la custodia dei beni immobili del patrimonio capitolino in concessione fino all’espletamento della gara pubblica, versando arretrati e pagamenti dovuti nella misura del 20% del canone. È questa la novita’ inserita dal M5S nella proposta di iniziativa consiliare di Regolamento delle concessioni dei beni immobili appartenenti al patrimonio demaniale di Roma Capitale, la cui nuova stesura e’ quasi pronta a tornare in Assemblea capitolina dove era gia’ stata ritirata una volta proprio per individuare una soluzione sul regime di ‘interregno’ tra l’approvazione della delibera e la messa a gara dei locali occupati da associazioni e imprese sociali e non.

La proposta e’ stata esaminata oggi in una riunione della commissione Politiche sociali di Roma Capitale, presieduta da Agnese Catini (M5S), non senza critiche e polemiche sia dalle associazioni presenti, sia dai consiglieri di opposizione che anche da esponenti dello stesso Movimento Cinque Stelle, che hanno dato vita a una riunione molto accesa con aspri diverbi.

Come ha spiegato Francesco Ardu, presidente M5S della commissione capitolina Patrimonio, “nella norma transitoria sulla gestione degli immobili abbiamo previsto che gli enti dovranno pagare il dovuto, il 20% del canone con la conferma del precedente scomputo dell’80%, e poi ci sara’ la dazione all’associazione della custodia degli immobili fino all’esperimento della procedura ad evidenza pubblica”. Inoltre, ha aggiunto Ardu, “in tre anni tramite Risorse per Roma vogliamo procedere alla verifica dello stato dei luoghi per vedere se ci sono stati abusi o meno e valutare cosi’ l’accoglimento delle istanze delle associazioni”.

Per Catini “questo e’ un regolamento che mancava, e ce ne siamo accorti perche’ appena iniziata la consiliatura sono iniziati gli sgomberi legati alla delibera 140 del patrimonio indisponibile con convenzioni scadute anche dal 2010 e mai rinnovate, e si rischiava di smantellare la rete sociale della citta’. Abbiamo cercato di frenare questo tipo azione procedendo al contempo a un riordino, perche’ abbiamo trovato anche immobili dati senza concessione o con concessione scaduta molto tempo prima, e nessuno ha mai effettuato controlli non solo sui pagamenti ma anche sul rispetto delle finalita’”.

Questo regolamento, ha sottolineato la presidente della commissione Politiche sociali, “aveva avuto gia’ una prima stesura che poi abbiamo ritirato per trovare una soluzione al regime transitorio, introducendo anche il comodato d’uso gratuito per quelle realta’ che l’amministrazione ritiene particolarmente meritevoli. Vogliamo lasciare qualcosa che possa finalmente fare ordine, ma non vorremmo lasciare nelle mani di chi viene dopo uno strumento che possa essere utilizzato per i fini sbagliati”.

Dura la posizione dei rappresentanti di Cortocircuito: “Quanti bandi farete, cinque? Settecento? Ci vorranno 15 o 20 anni. Voi prima ci sgomberate e poi mettete a bando gli immobili, quindi toglierete servizi alla citta’ per anni per fare la gara? E se poi nessuno si presenta? State semplicemente lasciando una bomba in mano alla prossima amministrazione con un regolamento vaghissimo, e l’assessore competente non si e’ nemmeno degnato di presentarsi”.

Per Svetlana Celli, capogruppo in Campidoglio della lista civica RomaTornaRoma, “bisognava fare prima un confronto e poi la delibera: avete avuto 4 anni, bisogna ascoltare le osservazioni della citta’”. Catini ha replicato che “abbiamo fatto una fase di ascolto ma ascoltare non vuol dire recepire automaticamente tutto, poi e’ la scelta politica a stabilire cosa inserire e cosa no”.

Critiche piu’ nello specifico sono arrivate dalla consigliera del Movimento Cinque Stelle nel V Municipio, Elisabetta D’Alessandro: “La start up e’ un’impresa, quindi viene consentita, per esempio, la vendita di prodotti alimentari per autofinanziarsi? Non e’ specificato. Allora provocatoriamente dico che nelle start up ci possiamo mettere anche le imprese sociali”. Per l’esponente municipale del M5S, “i bandi devono essere chiari, gia’ con quello dei mercati ho avuto seri problemi, se qualcuno fa ricorso poi non dovete venire dopo a dire che c’e’ qualcosa che non va. Sto facendo una lotta in Municipio soltanto per far passare un’osservazione, e questo e’ molto grave”.