Consulenti Lavoro: nel Lazio peggior accordo per cassa integrazione

Roma – E’ stato raggiunto l’accordo quadro in Regione Lazio con le organizzazioni sindacali per l’accesso alla cassa integrazione in deroga: “Ci stiamo occupando in questi giorni di cassa integrazione per tutte le regioni da nord a sud, la Regione Lazio vince il premio di peggior accordo d’Italia”, spiegano in un comunicato congiunto l’Associazione Nazionale dei Consulenti del Lavoro di Roma e l’Associazione Giovani Consulenti del Lavoro di Roma.

“Sentiamo ogni giorno imprenditori in ginocchio che non sanno come andare avanti, lavoratori che hanno estremo bisogno di ricevere velocemente gli ammortizzatori sociali per garantire alle proprie famiglie da mangiare oltre che il pagamento di spese inderogabili quali l’affitto di casa. In questo momento l’esigenza primaria e’ quella di procedure semplici e veloci che consentano ai datori di lavoro di inviare subito tutti i dati necessari a pagare gli ammortizzatori sociali ai lavoratori.”

“Nell’accordo quadro della Regione l’interesse dei lavoratori e’ stato sacrificato in favore dell’esigenza di protagonismo delle associazioni sindacali. Tutte le richieste di cassa integrazione saranno subordinate ad una preventiva procedura sindacale in cui sopra i cinque lavoratori sara’ anche necessario raggiungere un accordo. Nelle procedure di consultazione sindacale generalmente vanno condivisi i motivi che portano alla sospensione dell’attivita’ lavorativa e valutate misure condivise per scongiurarla o limitarla.”

“In questo caso i sindacati vogliono che i datori di lavoro gli spieghino perche’ hanno chiuso l’azienda, forse non hanno aperto giornali nell’ultimo mese o non hanno acceso la Tv, vedremo. Sta di fatto che nel doppio tavolo che i sindacati seguono a livello nazionale chiedono la sospensione di tutte le attivita’ lavorative minacciando scioperi generali e a livello locale chiedono consultazioni preventive alla richiesta di ammortizzatori sociali”.

L’Associazione Giovani Consulenti del lavoro di Roma rileva “anche l’alea di vizi di legittimita’ su quanto stabilito da Regione Lazio e sindacati l’art. 22 del Dpcm oltre ad escludere i datori di lavoro che hanno meno di cinque dipendenti dall’accordo quadro, che invece la Regione Lazio ha ricompreso e penalizzato, stabiliva gia’ di suo il campo di applicazione della Cassa integrazione in deroga che abbracciava tutti i lavoratori non coperti da altri ammortizzatori sociali.”

“La Regione Lazio ha discrezionalmente scelto di ristringere ulteriormente il campo di applicazione dell’ammortizzatore sociale escludendo dalla platea tanti lavoratori che contrariamente a quanto disposto dal Governo non avranno alcun sostegno. Pensiamo per far un esempio ai datori di lavoro artigiani che non aderiscono alle organizzazioni di categoria degli artigiani quali Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai che vengono esclusi da questo accordo perche’ non versano ad un loro fondo di solidarieta’.”

“Oltre alla scelta politica di favorire l’interesse sindacale a quello dei lavoratori, nell’interesse collettivo e di quello dei tanti lavoratori e datori di lavoro penalizzati da questo accordo, non possiamo che valutare un ricorso avverso a questo verbale e auspichiamo che l’assessore Di Berardino che e’ sempre stato attento all’interesse dei lavoratori ci preceda e riconvochi al piu’ presto il tavolo di confronto per un accordo piu’ attento e inclusivo oltre che conforme a quanto disposto dal Dpcm”.