Consultorio via Silveri riapre. Assemblee donne: lotta paga

Roma – Esultanza per l’annunciata riapertura consultorio di via Silveri 8, a Roma, dal Coordinamento delle assemblee delle donne dei consultori, che, in una nota stampa, rivendicano il ruolo della mobilitazione – culminata lo scorso 14 novembre nel doppio presidio in zona San Pietro – su quello che definiscono “un ‘pasticciaccio'”. E rilanciano, organizzando un presidio in Regione per il prossimo 3 dicembre alle ore 15 per ribadire “che ci sono tanti consultori chiusi, spostati, impoveriti e che sono inutili i tavoli con le assemblee se non vengono riaperti e potenziati”.

“Abbiamo strappato una vittoria- esordisce il Coordinamento- Il consultorio di via Silveri 8 riapre a gennaio. Il direttore della Asl Roma 1 Tanese, in un incontro con il laboratorio di quartiere Cavalleggeri San Pietro e le assemblee delle donne dei consultori, ottenuto a seguito delle mobilitazioni dei giorni scorsi, si e’ impegnato ufficialmente a riaprire il consultorio di via Silveri, 8. La lotta paga. Silveri riapre e continueremo a mobilitarci perche’ riaprano tutti gli altri chiusi, spostati, impoveriti e dimezzati- e’ l’annuncio delle attiviste- Il doppio presidio di giovedi’ 14 davanti alla Asl Roma 1 e poi in piazza Santa Maria alle Fornaci, davanti ai locali del consultorio di via Silveri 8, ha dato importanti frutti: la forza del territorio e delle donne della citta’ hanno bloccato un’ennesima prepotenza delle Istituzioni”.

“La chiusura di ogni consultorio e’ un atto di violenza sulle donne ed e’ illegale- continuano le assemblee- Da agosto le utenti di via Silveri sono costrette a lunghe peregrinazioni per la citta’: i servizi del consultorio sono stati smembrati e spostati al presidio sanitario Asl di via Tornabuoni che si trova a 17,5 km di distanza da via Silveri, fuori dal grande raccordo anulare. Via Silveri e’ stato un presidio storico per il territorio di Porta Cavalleggeri che comprende circa 136mila abitanti, un punto di riferimento dove ci si sentiva a casa. La legge prevede un consultorio ogni 20mila abitanti: siamo noi a doverla fare rispettare. Le testimonianze durante i presidi parlano della comunita’ del consultorio, dell’accompagnamento nei percorsi di nascita, del contrasto alla violenza di genere, dell’accoglienza”.

“C’e’ chi dice che a chiudere e’ ‘la loro casa’- aggiungono le attiviste- Il Coordinamento delle assemblee delle donne dei consultori, insieme al Laboratorio di quartiere Cavalleggeri-San Pietro, alle utenti e al movimento Non Una Di Meno denuncia: la chiusura del consultorio avvenuta senza una delibera o un atto ufficiale e definita ‘illegittima’ dalla stessa Commissione trasparenza; la politica delle Asl e della Regione che, in un’ottica patriarcale e capitalistica, taglia qualsiasi risorsa nel campo dell’educazione e della prevenzione; l’assimilazione e l’assorbimento dei consultori nelle Asl-Case della Salute, insieme alla svendita del patrimonio, al blocco del turn over e all’impoverimento del servizio, va nella direzione della loro esclusiva medicalizzazione e della perdita del fondamentale ruolo sociale; lo snaturamento del consultorio, con l’apertura ad associazioni private e cattoliche e il relativo ingresso degli obiettori di coscienza; la repressione sul posto di lavoro e l’alimentazione della guerra tra i lavoratori che ripetutamente indebolisce anche il conflitto”.

“Vogliamo il rispetto del rapporto previsto dalla legge di un consultorio ogni 20mila abitanti- conclude il Coordinamento- La lotta continua finche’ non riapriremo a uno a uno ogni consultorio chiuso. Verificheremo e seguiremo la riapertura di via Silveri, perche’ non siano solo chiacchiere. Basta tavoli con Regione e Asl se non portano a nulla. Vi staremo attaccati alle costole”.