Conte: nel 1992 mafia colpì Stato, Falcone e Borsellino insegnano rispetto Istituzioni foto

Roma – “Nel 1992, come d’altra parte in altre, troppe occasioni, la mafia non ha colpito solamente alcune persone, ma ha voluto colpire lo Stato nella sua interezza, nella sua integrita’, uccidendo chi, con competenza e determinazione, stava dedicando la propria vita a combatterla”. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte intervenendo a “Palermo chiama Italia” nel 27° anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, ripercorre le biografie di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, esempi di “una non comune consapevolezza di tutte le diverse dimensioni di questo fenomeno, di tutte le sue implicazioni sociali, culturali, esistenziali”.

In questa prospettiva, il presidente del consiglio “trae dal loro sacrificio” e “dall’impegno profuso in vita, alcuni preziosi insegnamenti, certamente validi ancora oggi. In primo luogo, la lotta alla mafia e’ una battaglia di liberta’ contro chi soffoca le coscienze, contro chi vuole confondere la verita’ con la menzogna, il bene con il male”. In secondo luogo, “la lotta alla mafia e’ anche una battaglia per la persona. La mafia, in modo subdolo e ingannevole, da’ l’illusione di provvedere alle esigenze dei piu’ bisognosi, ma – al contrario – ne sfrutta la miseria, economica e umana, per perseguire interessi particolari e criminali. Offende dunque profondamente la dignita’ umana”.

Infine, “la lotta alla mafia e’ una battaglia contro la paura, perche’ come ricordava Falcone, ‘e’ normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante e’ che sia accompagnata dal coraggio.
Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti'”. La quarta riflessione che ispirano le figure di Falcone e Borsellino riguarda il rispetto delle istituzioni.

“La lotta alla mafia e’ rispetto delle istituzioni. Falcone e Borsellino- dice Conte- sono stati servitori dello stato. Ma non solo. Loro hanno avuto una alta concezione dello stato, hanno avuto un rispetto profondo per le istituzioni. Le istituzioni possono essere civilmente criticate, si puo’ criticare l’operato di chi le rappresenta, non mettere in discussione le istituzioni in quanto tali”.