Contribuenti.it: “Anche a Roma nuova ondata di ‘cartelle pazze'”

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    «Detrazioni fiscali spettanti ma non concessi. Acconti pagati ma non tenuti in considerazione, ritenute certificate con il modello Cud ma non calcolate. Un vero caos contenuto negli avvisi bonari che i contribuenti italiani hanno ricevuto dall’Amministrazione finanziaria. Con la diffida a pagare entro un mese, importi che mediamente vanno dai 2mila ai 4mila euro, oltre sanzioni e interessi. Avvisi bonari che stanno facendo letteralmente impazzire i destinatari, che si possono ritrovare all’improvviso ipoteche sugli immobili, ganasce fiscali su auto e moto, pignoramenti di stipendi o conti correnti bancari. Importi, però, che non vanno affatto pagati, perché frutto di ‘errori madornalì». Così in una nota l’associazione Contribuenti Italiani che «con Lo Sportello del Contribuente monitora costantemente il fenomeno delle cartelle pazze aiutando i cittadini ad uscire da questo inferno dantesco». «Gli avvisi bonari inoltrati in questi giorni ed analizzati da Lo Sportello del Contribuente sono tutti da annullare – afferma Vittorio Carlomagno presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani – Chi si è rivolto allo Sportello del Contribuente ha ricevuto idonea assistenza. Ma immaginiamo le difficoltà per chi, invece, deve fare da solo, costretto a recuperare la documentazione e poi presentarla per dimostrare che quegli importi sono solo il frutto di un ulteriore caso di cartelle pazze». «La nuova ondata di ‘cartelle pazzè, ovvero avvisi bonari errati – spiega l’associazione – ha colpito principalmente dipendenti ministeriali e pensionati in regola il fisco, residenti principalmente dalle provincie di Roma, Napoli, Genova, Pescara, Verona, Bari, Venezia, Caserta, Milano, Prato, Palermo, Viterbo, Salerno, Imperia, Aosta, Cosenza, Perugia e Bologna. Molti errori dipendono da dati inseriti nei Cud. Altri dipendono dal fatto che l’Amministrazione finanziaria sta liquidando due anni insieme, 2007 e 2008, diversamente da quanto accadeva in precedenza».

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