Corte Costituzionale annulla Ptpr Regione Lazio, Pulcini: contrario a questo provvedimento fin dall’inizio

Roma – La Corte Costituzionale ha dichiarato, due giorni fa, che non spettava alla Regione Lazio e al relativo Consiglio approvare il “Piano Territoriale Paesistico Regionale” con la deliberazione del 2 agosto 2019.

La Corte ha quindi accolto il ricorso presentato dal Governo in quanto “le Regioni non possono fare da sole, ma devono coinvolgere il Ministero dei beni culturali e del turismo per il turismo”. Il Mibac aveva infatti subito evidenziato l’esistenza di un protocollo d’intesa firmato nel 2013 che doveva rafforzare la co pianificazione fra Regione e Ministero, cosa non avvenuta nella deliberazione del 2019.

Tutto da rifare quindi per la Regione Lazio.

Fra i “non sorpresi” di questa decisione vi è Dario Pulcini, ex Assessore e attualmente Attivista per l’Ambiente nel Municipio V, che aveva già espresso in passato il suo disappunto nei confronto del PTPR approvato dalla Regione Lazio.

Già ad agosto 2019, l’allora Assessore aveva accusato il Partito Democratico di professarsi pro ambiente ma che, nei fatti e con questi provvedimenti, di portare avanti politiche a favore dei “palazzinari” e fortemente impattanti per il territorio.

Pulcini aveva dichiarato: “Il PD continua a dire di voler preservare i territori e l’ambiente e poi vota atti che determinano l’esatto contrario: nuovo cemento anche sulle spiagge, questo è ciò che la Regione Lazio ha approvato con il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale, elaborato senza alcuno spazio al dialogo con le altre istituzioni e le altre forze politiche, finalizzato solo a fare favori a chi vuole continuare a devastare il territorio. Il PD dimostra, come sempre, forte incoerenza”.

Non solo quindi a livello regionale, ma anche a livello locale,Dario Pulcini si era fin da subito schierato contro il provvedimento della Regione Lazio parlando di una deliberazione nella quale vi era l’assenza di tutela ambientale e, anzi, le condizioni poste andavano a impattare profondamente sul litorale regionale, aprendo alla devastazione dello stesso, che già in molti tratti risulta deturpato da un punto di vista ambientale e paesaggistico.

L’indice di edificabilità fondiaria sulle spiagge era stato infatti posto a 0,2 metri cubi su metro quadro, aumentando in maniera esponenziale le cubature possibili.

Pulcini non si era solo limitato a esprimere perplessità sull’iter di approvazione seguito dalla Regione che avrebbe esposto quest’ultima a un contenzioso di natura anche costituzionale, ma aveva evidenziato le gravi ripercussioni sull’ambiente che avrebbe portato l’applicazione di questo Piano.

L’ex attivista, appena saputo della decisione della Corte Costituzionale, ha detto: “Da ambientalista ed ecologista ho condannato fin da subito questo provvedimento che permetteva, addirittura, di poter costruire palazzine di 10 piani sulle spiagge del litorale, andando ad impattare in maniera grave ed evidente su tutto l’ecosistema”.

Soddisfatto quindi da quanto affermato dalla Corte, Pulcini ha aggiunto: “Io non sarò mai dalla parte dei palazzinari, dalla parte di chi prepone al rispetto dell’ambiente, al rispetto della natura, alla tutela delle comunità, interessi economici e finanziari di ciechi speculatori privati.”

“Non si può continuare con questa visione egoistica, ceca, irresponsabile, è necessario avere una visione sistemica e tutelante le comunità, per salvare la vita sul pianeta. Siamo tutti interconnessi e ogni singola scelta va ad influenzare e condizionare la vita altrui.”

“Sono più di 20 anni che mi occupo di sensibilizzare alla sostenibilità ambientale e, in un momento nel quale abbracciare uno stile di vita più sobrio e meno consumista non è più solamente consigliato, ma fondamentalmente necessario se si vuole provare a salvare la vita sul nostro pianeta, la Regione Lazio stava provando a portare avanti una deliberazione folle, che tutelava gli interessi di pochi a danno di molti, che non rispettava minimamente l’ambiente e quindi la vita dei cittadini.”

“Si trattava di un piano che non tutelava assolutamente il territorio laziale, ma l’interesse degli speculatori privati. Invece di valorizzare i meravigliosi luoghi del Lazio, si pensava a sfruttarli, andando in netto contrasto con le caratteristiche del territorio. Continua la mia battaglia a favore e a sostegno dell’ambiente e delle comunità”.