Covid – Sen. Centinaio: Sui vaccini il governo ha fallito

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    Covid – Sen. Centinaio: Sui vaccini il governo ha fallito – Intervista al senatore della Lega – Sulla zona rossa in Lombardia il tar dirà chi ha ragione – Il sogno incompiuto della riforma agricola – Il popolo di centrodestra deve andare compatto alle urne –

    Il governo è caduto e, tra le ipotesi di soluzione, c’è anche quella di ritorno alle urne, da cui, stando ai sondaggi, dovrebbe uscire una maggioranza di centrodestra che, sempre stando ai sondaggi, dovrebbe avere la Lega come partito più votato. Abbiamo incontrato il senatore leghista Gian Marco Centinaio, che nel governo Di Maio-Salvini, il Conte I, era presente come ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Centinaio ha cortesemente risposto alle nostre domande sulla posizione del suo partito sulle più urgenti questioni da affrontare.

    D.) A proposito del recente conflitto sorto tra Regione Lombardia e Ministero della Salute per l’assegnazione errata di zona rossa, in una recente trasmissione televisiva, alla quale partecipava, Lei ha parlato di telefonate fatte dal Ministero della Salute alla Regione Lombardia con le quali si chiedeva di addossarsi la colpa di comunicazione di dati errati in cambio di una nuova assegnazione di colorazione. Non ritiene che si configuri un reato in questa sorta di arbitraria richiesta di scambio di favori e che tali telefonate rappresentino una forma di intimidazione rivolta dal governo nazionale, per conto di un suo ministero, al nostro più importante Ente locale?

    R.) Assolutamente sì. Il Presidente Fontana e l’Assessore Moratti sono stati chiari e hanno confermato questa cosa. Penso che il rapporto Stato/Regioni non si debba basare su rapporti conflittuali e su minacce ma sulla collaborazione istituzionale richiesta a chi occupa ruoli di Presidenza. Penso infatti che il Presidente Fontana abbia fatto bene a proseguire nella strada intrapresa. Sarà il TAR a dire chi ha ragione in questa querelle.

    D.) Gli italiani sono stanchi, snervati e spaventati. Il futuro per loro si presenta incerto e plumbeo sia sotto il profilo sanitario sia sotto quello economico. Pochi vaccini, nessuna programmazione e nessuno dà loro chiarimenti. Persino gli italiani residenti all’estero, oltre due milioni in Europa ed altrettanti nei restanti continenti, secondo i recenti dati forniti da Migrantes, vorrebbero tornare in patria per vaccinarsi o quanto meno sapere se pure per loro sono previsti turni di vaccinazione presso le nostre ambasciate all’estero. Sono stati dimenticati?

    R.) Ancora una volta abbiamo fallito. Il progetto delle vaccinazioni, tanto declamato dal trio Arcuri, Speranza, Conte non sta dando i risultati sperati e il pessimismo regna sovrano nel Paese. Ritengo che si debba lavorare per recuperare tempo e credibilità.

    D.) In attesa di un vaccino che non arriva mai, una soluzione efficace al problema per i nostri connazionali non potrebbe risultare quella dell’acquisto da parte dello Stato in Italia, a Latina, di farmaci costosi quali gli “anticorpi monoclonali” ed il prevedere di fornirli ai malati per bloccare il virus ed aiutarli a vivere? L’acquisto del farmaco da parte dello Stato, considerato il suo alto costo (2mila euro), ritiene che potrebbe prevedere anche una quota minima di partecipazione alla spesa da parte dei malati più abbienti?

    R.) Ritengo che non debba gravare sulle spalle dei cittadini. Lo Stato ha sbagliato e lo Stato deve risolvere i problemi. Costi quel che costi. Con le immediate dimissioni di chi ha fatto questo errore imperdonabile.

    D.) Quale tecnico prestato alla politica, cosa pensa di fare in concreto per il turismo, in particolare per i Tour Operator italiani e per le nostre Agenzie di Viaggio?

    R.) Dal 4 marzo 2020, sto chiedendo al ministro Franceschini di ascoltare il sottoscritto e il settore in crisi. Abbiamo fatto proposte costruttive soprattutto per alcune filiere del turismo. Penso ai tour operator, alle agenzie di viaggio, ai pullman turistici, alle guide ai parchi a tema e al mondo delle terme. Necessari ristori a fondo perduto certi e immediati. Continueremo a fare queste proposte.

    D.) La sua opera incompiuta, come ex ministro dell’Agricoltura, è stata la riforma agraria che aveva intenzione di varare anche per un vero rilancio del “Made in Italy”. Pensa di riuscire a realizzarla sia come opposizione sia se tornerà al governo?

    R.) Vero, è quello. È il mio sogno rimasto incompiuto. Con i miei colleghi del Dipartimento Agricoltura della Lega e con i tecnici stiamo predisponendo una grande consulta tecnico-politica per preparare la proposta di riforma agraria. Lo chiede il settore. Lo chiede il Made in Italy.

    D.) Cosa pensa di poter fare in concreto, sia come opposizione sia se dopo le elezioni tornasse al governo, per proteggere il “Made in Italy”, in particolare l’importante filiera suinicola italiana, con lo speciale allevamento del suino nero in Calabria, e le sue esportazioni di carni in tutto il mondo contro gli attacchi pretestuosi e di parte della Cina?

    R.) Con un “accordo di filiera” a livello nazionale, come feci per altri settori dell’agroalimentare del nostro Paese. Coinvolgendo dai produttori ai trasformatori ai distributori fino alle associazioni dei consumatori. Per quanto riguarda invece i rapporti con la Cina avrei convocato immediatamente il Ministro degli Esteri e quello dello Sviluppo Economico insieme all’ambasciatore cinese in Italia.

    D.) Molti dei nostri lettori ci scrivono e ci domandano a cosa serva votare per la Destra e per il suo partito, se poi il loro voto viene puntualmente disatteso e non si riesce a mandarvi al governo? Come si può ovviare a tutto ciò?

    R.) Il popolo del centrodestra deve andare compatto alle elezioni e aiutarci a convincere più persone possibili che solo con il voto si vince e si governa. Solo il voto è il grimaldello per tornare a governare e rappresentare al meglio i nostri elettori.

    Pier Francesco Corso

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