Cuba, Cina, Nord Corea, lezioni di anti-democrazia

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    Cuba, Cina, Nord Corea, lezioni di anti-democrazia –

    Democrazie occidentali assopite, stordite, quasi drogate, senza ormai più vitalità ed alcuno scatto di fierezza in grado di ridestarle.

    Ma è legittimo chiedersi,  credono ancora nei veri valori fondanti di un tempo, quali la dignità, l’onestà, la libertà, la fratellanza tra la gente, l’aiuto a chi lo necessita?

    Nutriamo, con ragione, seri dubbi al riguardo.

    I comportamenti, le dichiarazioni,  i fatti che si continuano a compiere parlano, purtroppo, molto chiaramente per loro.

    Per entrare nel concreto e dare un senso tangibile a quanto affermiamo stia da tempo accadendo, partiamo da Cuba.

    Xi Jiping

    Xi Jiping

    Sui giornali si dà notizia delle elezioni politiche cubane, avvenute domenica 11 marzo scorso, nel paese.

    E sono proprio queste notizie, tutte assenti del minimo accenno critico o ironico, a suscitare le nostre perplessità.

    Si titola in quasi tutti i Media cartacei “Tutti i candidati eletti al Parlamento a Cuba”.

    Ma davvero, vien da chiedersi, tutti i candidati sono stati incredibilmente eletti?

    E ci meraviglieremmo del contrario, visto che in ogni circoscrizione cubana c’era un solo candidato da eleggere e nessun altro partito a contendersi la nomina!

    Elezioni burletta?

    Nessun dubbio al riguardo.

    Ma allora Signori dei Media e degli apparati, politici e non retrostanti, scriviamolo con forza, senza timori di critica e di rappresaglie (non state per vostra fortuna a Cuba!), se si crede ancora nella democrazia!

    Ma dopo Cuba è sufficiente passare alla Cina, per rendersi conto del progressivo stato di degenerazione della nostra democrazia.

    Xi Jiping, il leader cinese, è in procinto di governare a vita, ma su Media ed opinione pubblica la notizia risulta del tutto indifferente.

    In Cina, i politologi, nostrani e non, affermano che è un bene che ciò avvenga, che cioè si vada di nuovo diritti verso una nuova dittatura.

    Da Pechino, anzi, si rassicura ineffabilmente che Xi Jiping non è stato nominato Presidente a vita. Con quanto avvenuto, invece, si è solo consentito, variando la legge quasi all’unanimità, che l’Assemblea Nazionale del Popolo possa continuare ad eleggerlo senza limiti di mandati!

    Dare lezioni di democrazia alla Cina, appare superfluo ed inutile.  Ma per lo meno non facciamoci prendere in giro e scriviamo seriamente e senza remore quanto va detto, cioè che si è in procinto in Cina di varare una nuova dittatura, ovviamente alla faccia dei dissidenti e di tutti i passati martiri cinesi.

    Se ancora non bastasse, per dimostrare l’assunto della nostra sempre più decadente democrazia, possiamo passare a parlare della Corea del Nord e del suo grasso “mecenate”, Kim Jong-un.

    I Media, bontà loro, lo hanno fatto diventare una star internazionale, dedicandogli fiumi d’inchiostro probabilmente in aumento, soprattutto ora che si appresta ad incontrare Trump.

    Ma il regime di terrore e di oppressione che vige in Corea del Nord, colleghi della Stampa e dei Media,  è ormai stato del tutto dimenticato?

    Forse è tutta propaganda ed opera delle democrazie decadenti.

    Kim III è presidente della Corea del Nord e lo rimarrà per tutta la vita e, probabilmente, sempre per i Media e per la nostra drogata Democrazia, va pure ringraziato se ancora non ci ha sparato addosso un missile nucleare.

    In sintesi, se le democrazie tutte sembrano ormai sempre di più sulla difensiva, per converso, invece, i sistemi autocratici risultano prepotentemente sempre di più all’offensiva, assicurandosi continui successi e riscuotendo sempre maggiori considerazioni (Putin, Erdogan, Xi Jiping, Kim, Castro).

    Inevitabile affacciarsi alla memoria l’ombra di qualcuno che nel passato che aveva già deriso “le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente”, considerandole sistemi politici superati, decadenti e corrotti?

    I risultati di tale considerazione e della  relativa derisione, occorre purtroppo rammentarlo, furono desolatamente catastrofici.

    Un auspicio: evitiamo di ricaderci.

    Pier Francesco Corso

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

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