Da inizio pandemia a Roma 21mila persone hanno chiesto aiuto a Caritas

Roma – Dall’inizio della pandemia da Coronavirus sono state 21.160 le persone che hanno ricevuto aiuto dai centri di ascolto parrocchiali della Caritas di Roma. Il 35% vi si e’ rivolto per la prima volta. Nella maggior parte dei casi (48,7%) le nuove persone che si sono rivolte ai centri parrocchiali sono italiane, seguono i filippini (16,3%), peruviani (4,9%), romeni (4,7%) e altre 97 nazionalita’.

Inoltre, la suddivisione per classi di eta’ ci dice che il 54% dei nuovi iscritti sono al di sotto dei 45 anni (4,1% al di sotto dei 25 anni), mentre gli ultrasessantacinquenni sono il 14,7%. A fotografare lo scenario nella Capitale e’ il Rapporto 2020 sulla poverta’ di Caritas Roma, dal titolo “Nessuno si salva da solo”.

“L’avvento del Covid-19 ha trovato una citta’ in forte affanno: – si legge nel rapporto – nel 2019 gia’ si registrava un forte peggioramento delle condizioni di precarieta’ socio-economica sofferta da un numero sempre maggiore di persone e di famiglie e allo stesso tempo l’allargamento della forbice tra classi sociali, con forti polarizzazioni.”

“Nei primi mesi del 2020 questa situazione ha continuato ad accentuarsi”. Anche secondo la Relazione sugli indicatori del benessere equo e sostenibile del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Bes 2020) e’ l’allarmante dato relativo all’aumento della deprivazione materiale che sta colpendo la citta’: il 9,4% della popolazione romana si trovava infatti in difficolta’ a causa dell’impossibilita’ di poter affrontare spese improvvise o quelle legate all’abitazione (mutuo, locazioni, spese condominiali, bollette).”

“Allo stesso tempo anche il dato della grave deprivazione abitativa (immobili insicuri o precari, immobili mal riscaldati, immobili in condizioni igieniche inadatte, alloggi in strada – roulotte o tende, ecc.) segna un andamento in accelerazione, con una percentuale del 6,9% sull’intera popolazione, superiore di quasi 2 punti percentuali rispetto al dato nazionale (pari al 5%).”

“Ancora piu’ preoccupante e’ la misurazione Istat su base nazionale del sovraffollamento abitativo: nel 2018 il 27,8% delle persone vive in condizioni di sovraffollamento. Tale condizione di disagio e’ piu’ diffusa per i minori, il 41,9%, dato che penalizza drammaticamente non solo la vita privata nell’abitazione ma anche la concentrazione e la partecipazione alla didattica a distanza.

“Su questo scenario, nel marzo 2020 la popolazione romana e’ costretta a fronteggiare l’emergenza sanitaria Covid-19 che nel giro di pochi giorni assume le tinte drammatiche dell’emergenza sociale ed alimentare. Ed e’ a questa umanita’ in grave sofferenza che la Diocesi ha voluto offrire strumenti di sostegno, di accompagnamento ma soprattutto la premura e la vicinanza ad ogni famiglia e singola persona – spiega il rapporto -.”

“In particolar modo si e’ cercato di rispondere in maniera graduale e per ordini di priorita’ e gravita’ alle diverse tipologie di bisogni emersi in questa contingenza. Come tutti ricordano, la repentina perdita di lavoro (specialmente nei casi di tipologie di occupazioni senza protezioni od ammortizzatori) da parte di molte persone a causa del lockdown ha reso necessario attivare immediatamente un aiuto alimentare rapido e diffuso, che potesse raggiungere il maggior numero di persone in necessita’.”

“Evidentemente e’ ben presto maturata la consapevolezza della pervasivita’ del disagio multifattoriale che si stava allargando a diverse fasce della popolazione. Per questa ragione la Diocesi ha ritenuto opportuno organizzare diverse modalita’ di aiuto che in sinergia tra loro potessero offrire un programma complesso di sostegno alla citta’”.

Secondo il report, il vero impatto della crisi, almeno nei primi due mesi di lockdown ad aprile e maggio, e’ stata la richiesta di aiuti alimentari. Una vera e propria emergenza alla quale la Caritas si e’ organizzata, attivando la rete delle parrocchie suddivise in prefetture, promuovendo 137 punti di distribuzione e 13 centri di stoccaggio per gli alimenti.

Affiancando a questa azione anche il potenziamento del servizio nei cinque Empori della solidarieta’ che esistono in diocesi. Gli interventi hanno trovato forma in vari progetti: gli Aiuti alimentari, gli Empori Caritas, il Fondo Anticrisi, i Buoni Spesa, il Fondo Gesu’ Divino Lavoratore.

In piu’ di un’occasione gli aiuti piu’ immediati hanno rappresentato l’opportunita’ per un primo contatto e conoscenza per una lettura maggiormente approfondita e completa dei diversi fattori di debolezza che andavano a colpire la persona o il nucleo familiare; la interconnessione tra i progetti ha permesso di garantire cosi’, in tutte le occasioni di necessita’, la prosecuzione di un percorso di accompagnamento specifico per mezzo del passaggio ad uno degli altri progetti a disposizione, soprattutto quelli a piu’ forte vocazione di promozione sociale. Stando ai dati di Caritas Roma nel 64,4% dei casi, il rappresentante della famiglia che ha varcato per la prima volta la soglia del centro di ascolto e’ una donna.

Non solo, ma i 21 mila nuovi utenti si aggiungono ai 40.607 che le parrocchie avevano gia’ preso in carico nel corso degli anni, di queste 13.684 erano quelle seguite con continuita’ (incontrate piu’ volte nel corso dell’anno). Sempre tra i nuovi iscritti, quattro su cinque sono stati registrati nei mesi di aprile (33,2%), maggio (32,6%) e giugno (20,2%); mentre negli altri mesi fino a settembre si e’ avuta una dinamica di nuove presenze simile a quella del 2019.

Complessivamente, nelle persone seguite nel corso del 2020, i nuovi iscritti rappresentante un terzo del totale (35,3%), con punte veramente notevoli nel caso della nazionalita’ filippina (86,9%) e srilankese (41,7%). Nelle registrazioni pre-Covid, in particolare, i filippini erano 659 dei quali soltanto 183 seguiti in modo stabile all’inizio del 2020.

Sono stati 1.217 quelli che si sono aggiunti nel corso del lockdown: si tratta in modo particolare di lavoratori domestici e assistenti alla persona, soprattutto badanti che vivevano nelle case degli assistiti, che si sono trovati senza reddito andando ad abitare in sistemazioni di fortuna insieme a connazionali.

Gli iscritti nel corso del 2020 sono stati 4.621 per aiuti alimentari attraverso pacchi e buoni spesa (62%), nel 30% dei casi con l’accesso agli Empori della solidarieta’ e nell’8% dei casi attraverso l’attivazione del Fondo Anticrisi con l’elargizione di piccole somme, un massimo di 500 euro, che la Caritas ha attivato per aiutare le famiglie a far fronte a spese necessarie e improcrastinabili (bollette, rate di condominio, spese mediche, riparazioni).