De Vito: certo della mia innocenza, Di Maio deludente da punto di vista umano

Roma – “Sono certo della mia innocenza e confido nel pieno accertamento da parte della magistratura. Per questo motivo non posso, non voglio e non debbo fare passi indietro rispetto alle funzioni che ricopro”. Lo ha detto Marcello De Vito, presidente del Consiglio comunale di Roma, in una lunga intervista al Corriere della Sera. L’ex candidato grillino a sindaco, ancora agli arresti domiciliari in attesa della sentenza del Riesame, ha risposto al leader del M5S, Luigi Di Maio, che aveva dichiarato di “cacciarlo per sempre” dal Movimento.

Secondo De Vito, Di Maio ha avuto “un comportamento deludente sul piano umano da parte di un capo politico. Credo che la gestione della mia vicenda sia stata utilizzata per poi declinare una campagna elettorale contro l'”avversario/alleato” della Lega su temi giustizialisti. Il 12 luglio, in piena pendenza del mio procedimento disciplinare, ribadiva pubblicamente la imminenza di prossime espulsioni, condizionando ancora una volta la liberta’ di valutazione di soggetti quali sono i probiviri. Infine il 22 luglio dichiarava: “Io col partito di Bibbiano non voglio averci nulla a che fare”. Oggi e’ in trattativa col Pd mentre pianifica con leggiadra disinvoltura su due forni. A tutto c’e’ un limite!”.

Secondo De Vito, “egoismo, cinismo, spregiudicatezza non possono essere queste le “doti” politiche di un capo del M5S. Gli inviti alla discontinuita’ sono sensati. Mi auguro che vi sia la forza, il coraggio e il buonsenso di comprenderlo”.

Il presidente del Consiglio comunale di Roma, Marcello De Vito, ne ha anche per i “colleghi senza crupolo”: “Da Bonafede a Fraccaro, da Toninelli a Pragone, sono molti gli esponenti che si sono allineati alle dichiarazioni di Di Maio e che hanno sciorinato massime per un giorno. Adesso non hanno rilasciato dichiarazioni, anche di semplice vicinanza o solidarieta’. E’ questo il Movimento? Sono questi i nostri valori? Ci si soffermi a riflettere”.

Infine De Vito ha affermato di aspettarsi “una netta inversione della valutazione che tanto sommariamente era stata data su di me. Mi aspetto fiducia, solidarieta’ e lealta’. Ricordo che il nostro codice prevede l’attesa dell’esito del primo grado e non e’ neppure il caso di menzionare le precedenti applicazioni della norma onde invocare una legittima parita’ di trattamento. Come voi avete ricordato, il procedimento e’ solo alla fase delle indagini”.