De Vito: ritorno in Aula Giulio Cesare, ecco i motivi

Roma – “Giovedi’ scorso l’Assemblea capitolina e’ tornata finalmente in Aula Giulio Cesare, dopo 3 mesi e 5 giorni dall’ultimo consiglio del 13 marzo scorso. Preliminarmente vorrei ringraziare tutti gli Uffici, il Segretariato, gli Uffici dell’Assemblea capitolina, i Dipartimenti Trasformazione Digitale, Simu e Comunicazione che a marzo, in piena emergenza, ci hanno dato grande supporto nell’organizzazione: quella del consiglio in videoconferenza e’ una soluzione che ho voluto e cercato con pervicacia, ma senza di loro non ce l’avrei e non ce l’avremmo fatta. Il resto e’ stato un mio personale lavoro, dell’Ufficio di Presidenza, della capigruppo, iniziando dalla stesura del Regolamento ad hoc. Credo un ottimo lavoro.”

“Dopo il primo consiglio del 26 marzo, il sistema e’ stato via via implementato, partendo dall’introduzione della traduzione lis nella seconda seduta fino ad arrivare al voto elettronico introdotto recentemente. Tutte le sedute sono state trasmesse in streaming. Oggi si riesce a trasmettere addirittura tre commissioni in diretta streaming contemporanea”. Lo scrive su facebook il presidente dell’Aula Giulio Cesare, Marcello De Vito.

De Vito ricorda alcuni numeri: “23 i consigli svolti in videoconferenza; 53 le delibere approvate; 33 le mozioni approvate; ben 250 le commissioni svolte dalla prima del 30 marzo. In pratica, togliendo i festivi, sono state svolte 3,8 commissioni al giorno, media ben superiore a quella precedente all’emergenza, quando si svolgevano fisicamente. Cio’ premesso, devo dire che nell’ultima fase, la stragrande maggioranza dei capigruppo ha manifestato, a gran voce, di ritornare in Aula. Ho ritenuto di darvi ascolto e condivido le motivazioni”.

“Dal 18 maggio, piu’ di un mese fa, infatti, hanno riaperto le attivita’ commerciali, i bar, i ristoranti, le pizzerie, i parrucchieri, i centri estetici, le palestre. Si celebrano di nuovo le messe. Come ho gia’ avuto modo di dire: in un momento in cui nel Lazio si registrano meno di 10 casi al giorno, in cui i commercianti rialzano con fatica le loro saracinesche, in cui milioni di lavoratori e migliaia di dipendenti comunali sono al loro posto in Campidoglio o in altre sedi, in cui la vita riparte, credo che si debba dare un nuovo segnale- prosegue De Vito- Questo infatti e’ quello che stanno facendo le Istituzioni, a tutti livelli, dal Parlamento in giu’: ad esempio la Regione Lazio ha ripreso i consigli in presenza fisica alla Pisana dal 20 maggio, (2 giorni dopo la riapertura delle attivita’), facendo poi un consiglio a settimana sino all’ultimo del 17 giugno. Ritengo giusto che il Campidoglio debba fare altrettanto. Certo, il consiglio in modalita’ telematica e’ indubbiamente ‘comodo’, molto comodo.”

“Pure troppo, direbbe qualcuno. Ma inizia a non essere piu’ OPPORTUNO, a mio (e non solo) avviso. C’e’ poi un tema di efficacia ed efficienza del lavoro dell’Aula. E’ vero che la modalita’ in videoconferenza ha funzionato; ma e’ anche vero che -numeri alla mano- il consiglio in presenza funziona meglio: il deposito e soprattutto la firma degli atti in Aula sono piu’ semplici (si pensi alle ore perse due sedute fa per una semplice inversione dell’ordine lavori), non vi sono problemi di connessione, il voto e’ piu’ rapido nonostante l’inserimento del voto elettronico anche nella piattaforma.”

“Come Presidente debbo tener conto anche dell’efficacia del lavoro dell’Aula, specialmente quando si dibattono ordini dei lavori con molti atti, che richiedono celerita’. Infine, pubblicita’ e trasparenza. È vero che con il consiglio in videoconferenza queste sono garantite tramite streaming e successiva pubblicazione sul portale dell’Ente. Ma il rapporto diretto, con i cittadini ma anche con la stampa, e’ altra cosa. Questi i primari interessi da tutelare”.

Per il presidente dell’Aula Giulio Cesare e’ “tempo di ripartire dunque: questa e’ la linea che e’ stata portata avanti con il sostegno, come detto, della stragrande maggioranza dei capigruppo. Ovviamente nella massima sicurezza: controllo elettronico della temperatura all’entrata, distanziamento, mascherine in Aula sono solo alcune delle misure adottate. Ho letto poi che qualcuno ha proposto i Consigli in modalita’ mista, con i consiglieri in parte a casa, in parte in Aula, per poter allargare al massimo la partecipazione e le pari opportunita’. Sarebbe una cosa fantastica, ma, gia’ sentiti gli Uffici in capigruppo, non e’ fattibile, tanto sotto il profilo tecnico, tanto sotto quello normativo.”

“Dopodiche’ se qualche consigliere vuole avanzarla in forma di proposta di delibera (o con emendamento su alcune delibere gia’ incardinate) e questa passa il vaglio dei dipartimenti/segretariato sotto il profilo tecnico/giuridico, nulla quaestio, l’Aula e’ sovrana. Ad esempio potrebbe essere presentata come emendamento alla proposta di delibera Seccia/De Vito proposta che modifica il regolamento dell’Aula consentendo le videosedute, sempre e solo per motivi di stretta emergenza, anche dopo il 31 luglio 2020. In conclusione, non mi faccio tirare per la giacchetta da nessuno. Men che meno da tutti quelli cui ora piace tanto parlare di questo ottimo sistema di videosedute (perche’ la connettivita’ e’ una stella e parlarne fa tanto “radical-chic”), ma che fino a ieri e per 4 mesi non hanno mosso neppure un dito o un filo per creare questa ‘connessione’. Sono terzo. La mia forza risiede nella mia terzieta’.”

“Sentiti i capigruppo ed i membri dell’Ufficio di Presidenza, valutero’ quello che ritengo piu’ giusto. Se a qualcuno non piace (e su 48 mi pare scontato), me ne faro’ una ragione. Se invece e’ stanco, si riposi. Alcune precisazioni: l’ordine dei lavori delle sedute della scorsa settimana (che comprendeva anche la seduta in presenza di giovedi’) e’ passato nella capigruppo di venerdi’ 12 giugno con oltre i 3/4 dei componenti del consiglio, soglia che esclude la possibilita’ di qualsiasi vaglio sulla decisione, in base al regolamento. Nel ‘primo’ Consiglio in presenza di giovedi’ scorso erano presenti al momento dell’appello ben 32 consiglieri, di cui 20 (su 27) di maggioranza e 12 (su 21) di opposizione: il numero e’ elevato rispetto alla media dell’Aula in presenza fisica (in genere tra 25 e 28). Non vi e’ mai stato alcun problema di ‘numeri’ su tutte le votazioni effettuate. Non e’ pervenuta alla presidenza o al segretariato alcuna richiesta di giustificazione dell’assenza, come previsto dal regolamento, per qualsiasi motivo”.