Il decreto legge dignità tra polemiche ed entusiasmi

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    Via della Camera. 312 i sì, 190 i contrari e 1 astenuto. Questi i numeri che fanno passare a Montecitorio il dl dignità, fortemente voluto dal Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio.

    Ma perché il Ministro, capo politico del Movimento 5 Stelle, crede così tanto in questo atto? Non è un mistero che il grillino ha sempre avuto a cuore la questione dei giovani e del lavoro. Parola chiave: cambiamento. E proprio da qui vuole partire.

    Andiamo dunque a leggere insieme cosa prevede il dl dignità che ora dovrà passare dal Senato per la consueta votazione.

    Uno dei temi che ha fatto molto discutere riguarda i contratti a tempo. Le assunzioni a tempo indeterminato non potranno superare i 24 mesi, 36 nel vecchio sistema. Continuerà ad esserci la possibilità di prorogare i contratti per un massimo di 4 rinnovi e non più 5. Un sistema che permetterà all’Italia di uniformarsi con gli altri Paesi europei. Le tanto amate e odiate clausole resteranno perché utili per giustificare il ricorso al contratto a tempo determinato. Come spiega anche la deputata pentastellata Tiziana Ciprini “In Europa la causale per il contratto a termine esiste quasi dappertutto. In Germania per esempio esiste una causale attenuata, simile a quella introdotta col decreto dignità, in cui prevediamo in sostanza 12 mesi di prova del lavoratore dove non c’è bisogno di specificare nessuna causale. Ci sembra un tempo più che ragionevole, che permette alle imprese di testare la bontà di un lavoratore e capire se l’incremento del proprio business si consolida”.

    Altro tema caro ai giovani e questa volta anche ai datori di lavoro privati riguarda la riduzione dei contributi previdenziali con riferimento alle assunzioni con contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato effettuate nel biennio 2019-2020, nei confronti di persone con meno di 35 annidi età e che non abbiano avuto (neanche con altri datori) precedenti rapporti di lavoro a tempo indeterminato. La riduzione, applicata su base mensile, non dovrà superare un periodo massimo di 36 mesi. La misura massima della riduzione è pari a 3.000 euro su base annua. Inoltre i periodi di apprendistato svolti presso altri datori di lavoro, qualora non siano proseguiti in rapporto di lavoro a tempo indeterminato, non costituiscono una causa ostativa. La misura non si applica ai rapporti di lavoro domestico e ai rapporti di apprendistato.

    Parliamo adesso dei tanto discussi voucher. Utilizzarli o no? Si parla di semplificazione della normativa per un utilizzo dai 3 ai 10 giorni massimo, garantito all’imprenditore agricolo o turistico. I nuovi voucher, dunque, potranno essere utilizzati sia dagli alberghi che dalle strutture che hanno fino a 8 dipendenti.

    Sospiro di sollievo per il settore colf. L’emendamento esclude infatti il settore domestico dai rincari previsti nel dl Dignità per chi rinnova il contratto a tempo determinato.

    Non poteva non essere incluso nel dl dignità il gioco d’azzardo. Divieto totale alla pubblicità e alle sponsorizzazioni del gioco d’azzardo per contrastare “l’azzardopatia”. Previsto quindi l’obbligo di tessera sanitaria per l’utilizzo di slot e Videolottery. Previsto anche il logo “no slot” per i negozi senza slot machine. Obbligo di introduzione nei “Gratta & Vinci” la dicitura “Questo gioco nuoce alla salute”.

    Inoltre stop alle delocalizzazioni selvagge. Sanzioni per le aziende che delocalizzano prima dei 5 anni dopo aver ricevuto contributi pubblici. L’ammontare ricavato dalle sanzioni verranno riassegnate a un fondo finalizzato al “finanziamento di contratti di sviluppo ai fini della riconversione del sito produttivo”.

    Come avranno reagito le varie forze politiche a questo dl dignità?

    Vittorio Sgarbi, intervenuto su un emendamento che riguarda i giochi pone al centro la questione della chiusura dei musei. Il suo intervento è stato esaustivo fino alla fine “Chiudere i musei gratis per farli pagare. E allora se io non apro i musei dalle 6 di sera a mezzanotte che alternativa avrò a quei giochi in cui vanno quei ragazzi disperati a cui vietiamo tutto? Apriamogli i luoghi del piacere dell’intelligenza, mettiamo ristoranti bar e perfino una piccola macchina per il cretino che vuole giocare con la slot machine mettiamola lì vicino a Botticelli. Ma non vietiamo, esaltiamo, incitiamo la conoscenza. Vietare è un crimine. Se avete letto Foucault se avete letto i grandi… Leggete voi della sinistra colta, che siete più colta di tanta destra armata, quelli che dicono vietato vietare e smettetela di rompere i coglioni vietando… e i coglioni sono i miei e me li rompo come voglio”.Rimproverato dal Presidente della Camera Fico che lo invita ad usare dei toni più consoni il critico Sgarbi si siede e nello spegnere il microfono chiude con l’ultima delle sue. Un bel “vaffa”.

    Maurizio Martina, segretario del Pd, dichiara: “Voi non avete costruito la Waterloo del precariato, avete costruito la Caporetto della vostra propaganda, ma a rischiare di pagare sarà il Paese”. “Mi aspetterei caro ministro Di Maio che lei alla fine di questo percorso parlamentare abbia almeno l’umiltà di chiedere scusa agli italiani” perché su “un valore come quello della dignità della persona non si scherza” con la propaganda. “La dignità alle persone non si da’ per decreto”.

    Parole dure anche da parte di Guido Crosetto di Fdi: “Questo decreto è la risposta dell’altro uomo forte del governo al fatto che Salvini fosse tutti i giorni sui giornali a bloccare una nave. Con questo decreto Di Maio ha cercato di riprendersi la scena politica”.

    Non ci sta neanche Guglielmo Epifani, deputato di Leu, “Quando tutti i sindacati esprimono contrarietà e dissenso delle norme, gran parte dell’impresa fa lo stesso, se fossi il governo mi chiederei perché”.

    Presente anche Forza Italia con le dichiarazioni della capogruppo di Forza Italia, Maria Stella Gelmini: “E’ il primo atto della decrescita, brucia posti di lavoro, mette a rischio le nostre imprese, state cambiando l’Italia in peggio”.

    Vedremo dunque cosa accadrà. Sta di fatto che il centrodestra non è mai stato così diviso ma si continua ad andare avanti “ognuno per la propria strada” perché come dice anche l’accordo tra M5S e Lega “Questo è il Governo del cambiamento”.

    Silvia Roberto

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