Diaco (Pres. Comm. Ambiente): “Sul Tmb non siamo un’amministrazione bugiarda”

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“Per chiudere un impianto bisogna intraprendere la strada del raggiungimento del 70% della raccolta differenziata. Chiuderà nel 2019, quando non lo sappiamo”

Roma – Daniele Diaco, presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale, è intervenuto a Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente, sulla questione annosa del Tmb Salario. Diaco ha ulteriormente chiarito la posizione del Comune di Roma e le strategie per chiudere l’impianto dell’Ama destinato alla lavorazione dei rifiuti indifferenziati che con i suoi miasmi sta avvelenando le zone limitrofe.

Si è messo nei panni degli abitanti dei quartieri che respirano quotidianamente la puzza generata dal Tmb?

“Comprendo benissimo i cittadini che vivono lì e il loro disagio. Voglio ricordare che quando ci siamo insediati abbiamo spesso incontrato i cittadini, la prima Commissione Ambiente che ho fatto come presidente ha avuto luogo nel Tmb Salario, c’è stato un sopralluogo con i consiglieri e i cittadini. Ci siamo incontrati più volte in assessorato. Facciamo un po’ di chiarezza. Nell’era Marino il piano industriale di Ama consisteva in tre eco distretti, impianti di compostaggio anaerobico, di produzione di biogas, un vero e proprio polo della lavorazione del trattamento dei rifiuto, uno al salario per ampliare la struttura che c’è già, uno a Rocca Cencia dove esiste un altro Tmb, e uno a Ponte Mannone, che è Malagrotta, dove c’è la discarica più grande d’Europa. Noi abbiamo fatto un ragionamento diverso, abbiamo deciso di costruire due impianti aerobici, due impianti di compostaggio in altre zone, e individuato per il Tmb Salario una soluzione”.

Qual è la soluzione?

“Riconvertirlo in un impianto di fabbrica di materiali, un impianto che tratta una materia che non produce odori legato a un obiettivo, quello di raggiungere il 70% della raccolta differenza. Quando raggiungeremo questo target diminuiremo i rifiuti di 200mila tonnellate e possiamo attuare questo tipo di riconversione”.

La chiusura è prevista comunque nel 2019 o è legata al raggiungimento del 70% di raccolta differenza

“Oggi produciamo un milione e 700mila tonnellate di rifiuti su Roma. Se oggi chiudessimo un impianto del genere che tratta una gran parte dei rifiuti prodotti a Roma creeremmo una un’emergenza igienico-sanitaria immediata. Un’amministrazione non se lo può permettere. Nel nostro piano industriale vogliamo iniziare con la raccolta porta a porta, siamo arrivati a servire 140 mila abitanti, a dicembre saranno 500 mila. E in questo piano industriale c’è anche la volontà di chiudere il Tmb salario e riconvertirlo”.

2019 è generico. Quando nel 2019? Vi siete dati un tempo limite?

“Noi siamo in un periodo di transizione, stiamo ristrutturando un servizio che era fallace, non funzionava. Una data non c’è, c’è un progetto, una volontà politica. E lo abbiamo detto più volte”.

I comitati di quartiere delle zone colpite dai miasmi del Tmb parlano di un profumo di lavanda spruzzato prima della manifestazione del 6 ottobre. Un mix terribile, puzza e profumo. Hanno addirittura postato un video sui social. E’ così?

“Assolutamente no. Il profumo non può essere irrorato perché ha un agente chimico impattante e inquinante. Ci sono delle leggi precise. E’ un progetto attuato mesi fa per risolvere il problema dell’impatto odorigeno. Mi rammarica che alcuni cittadini siano convinti che all’interno venga irrorato un profumo. E’ un enzima, una molecola inodore che va a interferire su quelle molecole che provocano un cattivo odore. In sostanza è un sale che distrugge le molecole che producono il cattivo odoro. Ci dispiace che siamo stati considerati un’amministrazione fantasma, non è così”.

In tanti sono delusi perché hanno votato Movimento cinque stelle. Si sono sentiti abbandonati e non creduti perché per tanto il Comune ha negato i miasmi. Li può comprendere?

“Certo, infatti insieme con l’Assessora all’Ambiente Montanari abbiamo incontrato più volte in assessorato i cittadini, abbiamo affrontato la questione di petto”.

Avete mai fatto un giro per i quartieri che vivono il disagio della puzza causata dal Tmb?

“Assolutamente, abbiamo anche partecipato a una riunione pomeridiana con i comitati lì nel quadrante preso il Tmb salario, abbiamo discusso anche in modo acceso, com’è giusto che sia, per affrontare insieme il problema. Una delle prime commissioni sono state organizzate all’intero dell’impianto che conosciamo bene. Non siamo un’amministrazione bugiarda che vuole fuggire da una questione annosa, siamo consapevoli del fatto che per chiudere un impianto bisogna intraprendere una strada. La strada è quella del raggiungimento del 70% della raccolta differenziata. Di applicare il servizio di porta a porta e se abbiamo detto che chiuderemo il Tmb riconvertendolo lo faremo”.

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