Dirigente Liceo Nomentano: riapertura complicata ma per il bene degli studenti
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Roma – “Dal mio punto di vista, dato il livello dei contagi, la data dell’11 e’ prematura, ma ovviamente se il Ministero ha deciso cosi’ noi ci atterremo. Abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare, quindi per lunedi’ siamo pronti”. Cosi’ Giulia Orsini, dirigente scolastica del liceo ‘Nomentano’ di Roma, intervistata sulla riapertura delle scuole superiori lunedi’ 11 gennaio.
“Abbiamo lavorato tutto questo periodo, anche nei giorni di festa, per organizzare l’orario, che poi pero’ e’ cambiato. Nella provincia di Roma prima si era deciso di far entrare il 60% degli studenti alle 10 e il restante alle 8, poi si sono invertite le proporzioni. Sono stata costretta a comunicare solo il 5 alle famiglie cio’ che succedera’ da lunedi’, e naturalmente si sono creati dei problemi.”
“Ho gia’ ricevuto molte mail di genitori che mi chiedono di spostare le fasce orarie di alcune classi per fare in modo che i due figli entrino allo stesso orario. Senza rendersi conto che in una scuola con 1600 studenti e’ impossibile lavorare sui singoli casi problematici. È un lavoro complesso, ci vuole tanta pazienza e spirito di adattamento da parte di tutti secondo me”. La scuola ha lavorato senza sosta per riorganizzare l’orario, ma la dirigente Orsini rimane molto perplessa riguardo alla scelta di tenere gli studenti a scuola fino al pomeriggio.
“L’uscita alle quattro del pomeriggio e’ veramente troppo tardi per i ragazzi- continua- contando che la maggior parte degli studenti impiega un’ora per tornare a casa, cio’ significa che alle cinque dovranno rimettersi sui libri, sacrificando qualsiasi attivita’ sportiva o di altro tipo. Il pranzo, inoltre, se lo dovranno portare da casa e mangiarlo sui banchi, perche’ non abbiamo altri locali. Ho parlato con i rappresentanti di istituto per spingerli a portarsi un pasto piu’ elaborato dei semplici panini, che non vanno bene da un punto di vista alimentare, altro non posso fare”.
“Tutti comprendiamo la gravita’ della situazione- conclude la dirigente Orsini- ma quelli che stanno pagando il prezzo piu’ alto sono sempre i ragazzi, che stanno cercando di portare avanti tutto pur essendo chiusi in casa. Pensi che uno dei miei studenti, di 15 anni, e’ chiuso in camera sua dal 24 perche’ il resto della famiglia e’ risultato positivo, mentre lui no. Ha festeggiato sia Natale che capodanno da solo in camera. Dobbiamo fare di tutto per questi ragazzi che stanno soffrendo tantissimo”.