Disabili gravi e gravissimi: a Roma contributo c’è ma non si vede

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Roma – Avrebbero diritto a un sostegno economico, ma solo pochi lo ricevono: sono le famiglie delle persone con disabilità gravi e gravissime a Roma. 3.165 sono quelle che, dal 1° gennaio 2021, avrebbero diritto al contributo, rientrando nella graduatoria stilata dal comune di Roma e aggiornata ad aprile.

Ma “ad oggi sappiamo che la copertura effettiva copre meno della metà delle famiglie anche se i soldi stanziati dal governo sono arrivati, ma non possono essere erogati a causa del mancato aggiornamento del bilancio del Comune”: è quanto denunciano le associazioni dei caregiver Oltre lo sguardo ed Hermes onlus, che hanno scritto una lettera indirizzata alla sindaca Virginia Raggi e al Disability Manager Andrea Venuto.

“Denunciamo la gravissima situazione di disagio in cui versano centinaia di famiglie che aspettano quei soldi per poter fare fronte ad esigenze di assistenza e gestione dei propri familiari con disabilità gravi, di cui molti hanno già individuato figure professionali idonee e magari sottoscritto contratti anticipando cifre considerevoli”, scrivono le presidenti Elena Improta e Loredana Fiorini.

“Oltretutto questo contributo è tanto più necessario in tempi in cui molti dei servizi dedicati alle persone disabili non sono stati riattivati e neanche gli aumenti delle ore di Saish concesse dai Municipi possono esser avviate per mancanza di fondi stanziati. Invitiamo le autorità competenti a dare una risposta in tempi brevissimi a quanti continuano a sopravvivere con difficoltà solo grazie ai sacrifici enormi che da anni gravano sulle loro spalle”.

E concludono: “Come associazioni nate per la tutela dei diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari, riteniamo inconcepibile per un Paese e una Capitale che vogliano dirsi civili, non dare la giusta attenzione alle categorie più fragili. Restiamo in attesa di una risposta urgente: siamo a luglio e stiamo anche per affrontare un’estate come sempre non facile per chi vive una condizione di vita in continuo disagio e difficoltà”. Ad oggi, ci riferiscono le associazioni, nessuna risposta è giunta alla lettera, che è stata inviata il 5 luglio scorso.

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